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Bis di Flavio Roma che ci racconta il suo Milan: “Che paura Ibra contro Onyewu! A Cassano a volte scattava il barese…”

Ciak, si rigira. Flavio Roma parte due, sempre su Gianlucadimarzio.com. Cambia la location: ora Milanello, dove – seppur non da protagonista – le emozioni vissute sono state intensissime. Con uno Scudetto ed una Supercoppa italiana aggiunte al palmarés a farne da testimone.

Ricordi dell’ultimo Grande Milan che riaffiorano: “Che squadra! E che spogliatoio: si passava dai più folli come Robinho e Cassano ai più stravaganti come Ronaldinho e Boateng”, ha rivelato in esclusiva. Cassano non stava mai zitto – ride – scherzava sempre ma quando perdeva le partitine in allenamento… Gli scattava il barese! Non capivamo niente, se non che si stava lamentando”, e via con un’altra risata. Un Milan a ritmo di Samba:Ronaldinho e Robinho invece erano i classici brasiliani amanti degli scherzi e della musica, prendevano in giro chiunque! Sempre col sorriso. C’era anche Boateng, tutto musica e balli. Mentre Beckham era uno di noi ma soprattutto un professionista esemplare”.

Ma sul più forte di tutti nessun dubbio: “Ibra!”. “Insieme a Nesta e Ronaldinho il più forte con cui abbia giocato”. Spavaldo ed arrogante? Macchè, “positivo e motivatore. Anche se quella volta contro Onyewu…”. Impossibile non ricordare l’episodio in cui a Milanello si sfiorò davvero la fine del mondo: “Fummo sconvolti, facevano paura! ‘Ibra è appena arrivato e si presenta così…’, pensammo. Meno male che finì tutto subito. Pensate che ci volle tutto il gruppo per dividerli, col rischio di farci male a nostra volta perché erano due colossi!”.

Di tutt’altra tempra invece era Pato: Il talento inesploso di Pato penso sia uno dei rimpianti più grandi del Milan: aveva un potenziale enorme che non veniva mai fuori. Sembrava dovesse sbocciare da un momento all’altro ma poi puntualmente non accadeva. Gli infortuni sicuramente lo penalizzarono tantissimo”.

Solo parole d’elogio invece per Massimiliano Allegri: “Era maestro nel far gruppo, amava lo scherzo e la battuta. Sa gestire il gruppo come pochi nei momenti particolari – continua l’ex portiere – Non sembra, ma prima delle partite è molto teso e parla di continuo per stemperare questa tensione. In allenamento poi faceva le partitine ed i tiri con noi, si trasformava in giocatore in tutto e per tutto! E si prendeva pure gli insulti come ognuno di noi, logicamente.

Simpatico, Roma. Piacevolmente lieto nel raccontare un pezzo di storia milanista, senza precludere un rapido sguardo al Milan del presente: “È in fase di costruzione. Ed i risultati in campo facilitano tutto il resto. La vecchia squadra fu ‘demolita’, è logico ci siano difficoltà ma c’è un gruppo di giovani che con un pizzico di maturità in più possono dire la loro”. Stop. Riprese terminate. Se si volta indietro a guardare, seppur da comparsa, per Flavio Roma l’avventura al Milan non potrà che essere per sempre un film da Oscar. Ops, da scudetto.

Alberto Trovamala

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