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Fiorentina, Vitor Hugo si racconta: “Thiago Silva il modello, Pioli e Astori i maestri. Noi gruppo giovane e di prospettiva”

10 000 chilometri di distanza dal suo Brasile, ma l’ambientamento di Vitor Hugo a Firenze sta procedendo al meglio. Merito della moglie Rafaella e del figlio Pietro, che lo hanno seguito in Italia fin da subito. Ma soprattutto di Pioli: “E’ bravissimo. Ogni allenamento con lui è un
qualcosa in più per capire come lavorare al meglio nel calcio europeoe di Astori: “E’ stato ed è preziosissimo. Ha tanta pazienza con me.
Mi segue. Mi dice che cosa faccio bene e che cosa invece è sbagliato. Mi
corregge… E’ un grande. Gli devo già moltissimo“. A raccontarlo è lo stesso difensore brasiliano, in esclusiva alla Nazione. Un inizio difficile per lui, con Pezzella a privarlo di una maglia da titolare. Poi la bella prestazione di Cagliari e un ultimo mese che gli ha staccato l’etichetta di oggetto misterioso: “Ho trovato il calcio italiano assolutamente diverso da
quello brasiliano – continua
– qui c’è molta più forza fisica, molta più tattica… In
Brasile il ritmo è diverso, meno intenso. Qui c’è molto più agonismo e quindi
mi sono messo a… studiare. Lavoro, mi alleno, cerco di scoprire bene il
vostro calcio e poi potrò fare del mio meglio”. Lui che studia da Thiago Silva: “Non lo conosco di persona per adesso, ma sono in
contatto con lui attraverso il web. Di sicuro c’è che mi piace vedere le sue
partite, vedere come si muove, come si batte. Cerco di rubargli qualche trucco
prezioso per poter un giorno essere al suo livelloe che un’avventura in Europa la sognava: “Beh… io volevo venire a giocare in Italia – sorride
con soddisfazione il difensore viola –. Nel 2016 ho vinto il titolo in Brasile,
con la maglia del Palmeiras e il giorno stesso che facevo festa con la squadra
mi dicevo: adesso speriamo che qualcuno, lassù, in Europa provi a darmi
un’occasione”. Adesso una stagione difficile per la Fiorentina, chiamata a ripartire dopo l’apertura di un nuovo ciclo. Tanti i passi falsi, con la batosta di Marassi a frenarne i sogni europei: “Secondo me, invece, stiamo facendo bene. Guardo la
classifica, certo, ma guardo anche al resto, a quello che si sta facendo per il
presente ma soprattutto in prospettiva. Siamo un gruppo giovane, ci
siamo conosciuti tutti, più o meno, all’inizio dell’estate ed è normale aver
avuto qualcosa in meno rispetto a squadre forti e rodate da tempo”. Ci vuole pazienza, dunque. Quella che Vitor Hugo ha dovuto avere nei primi giorni fiorentini. Ma adesso sogna in grande

Redazione

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