Fiorentina in crisi e lontana parente di quella ammirata la scorsa stagione: cosa succede alla squadra di Sousa? Un anno fa si parlava di scudetto e i “viola” erano in testa con 18 punti. Adesso (con una gara da recuperare) si trovano la metà dei punti e a un passo dalla zona retrocessione. Matias Vecino prova a spiegare i motivi di questo deludente inizio di campionato:
“C’è stato un mese di vacanza e, alla ripresa, si sono inseriti nel gruppo nuovi giocatori” – si legge nelle pagine del Corriere dello Sport Stadio – “L’idea di gioco, però, non è cambiata. Anche prima di quella partita avevamo avuto alti e bassi, così come ci sta accadendo ora. Tello ha fatto di tutto pur di tornare a Firenze. Ed io invece sono rimasto perché era quello che volevo. Ne ho avuta la possibilità e ho scelto di vestire la maglia viola. La voglia di Fiorentina non è passata in nessuno di noi, l’entusiasmo è lo stesso. Il problema è generale, la manovra è più lenta e, di conseguenza, facilmente prevedibile”.
Primi giudizi sui nuovi: “Sanchez? Ha forza e temperamento. E ha messo a disposizione di tutti la sua esperienza, quella accumulata in nazionale, con la Colombia, e pure quella che si è portato dietro da Inghilterra, Spagna e Francia. Cristoforo? E’ una via di mezzo tra Badelj e Borja Valero. Fin qui ha dovuto fare i conti con una buona dose di sfortuna a causa dei ripetuti infortuni al ginocchio che lo hanno costretto a stare fermo, ma uno che vince per tre anni consecutivi l’Europa League col Siviglia non ha bisogno di tante presentazioni”.
Sousa non sembra avere la stessa grinta della scorsa stagione: “Nelle ultime settimane sono stati più spesso in panchina e avendolo visto a distanza ravvicinata onestamente mi sento escludere che Sousa sia scarico. E’ attento come sempre. Quando sono in campo non lo guardo, non so come reagisce in panchina. Lo spogliatoio è determinato: i risultati non ci hanno disunito”. Su Kalinic e Babacar: “Nikola tornerà ad essere decisivo. Sicuramente lo sarà, un centravanti ha sempre bisogno dei gol per sorridere. E noi dobbiamo aiutarlo. Babacar, invece, è un attaccante d’area, uno che la rete la trova sempre, che sta sempre sul pezzo”.
Modelli? Due ex protagonisti della serie A: “Fin da piccolo avevo due idoli: Veron e Zidane. Sogno? Non ne ho solo uno. Mi piacerebbe vincere un Mondiale, o almeno giocarlo. Poi lasciare un segno qui a Firenze. Sarebbe bellissimo essere ricordato nel tempo ed io voglio riuscire a fare qualcosa di importante. Qualcosa per i fiorentini, così che un giorno anche lontano possano dire: qui ha giocato Vecino”. In chiusura d’intervista Vecino parla del rapporto speciale con Maurizio Sarri: “Mi ha cambiato: si è speso per me, mi ha dato tutto e a lui devo moltissimo. Gli voglio bene. Spero che la sua carriera sia importante perché se sono quello che sono, sotto il profilo tecnico e umano, è anche grazie a lui. Corsa scudetto? Roma e Napoli inseguono, ma è difficile tenere il passo della Juventus“.
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