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Fiorentina, senti Simeone: “A Firenze anche per Batistuta. Sogno il record di gol e l’Europa League, o anche di più”

Primo gol in campionato contro il Verona e tanta voglia di prendersi la sua Fiorentina. Giovanni Simeone si è sbloccato e i tifosi viola sperano che ora non si fermi davvero più. Un attaccante dalla grinta innata, sulle orme di papà Diego: impossibile non citarlo quando si parla del ‘Cholito’. “Quando si parla di calcio, le questioni familiari passano in secondo piano – ha dichiarato l’attaccante viola ai microfoni del Corriere dello Sport -. Ed io lo vedo come uno dei migliori allenatori al mondo. Messi via gli scarpini, uscito dallo spogliatoio, è semplicemente mio papà. È uno di quelli che se sbagli strada ti riporta sulla retta via, ma non dice mai cosa fare e cosa no”.

Martedì sera all’Olimpico c’è stato Di Francesco contro Simeone, domani in Fiorentina – Bologna toccherà ai rispettivi figli: “È vero ma io Federico Di Francesco lo conosco pochissimo”.

Ora passiamo alla nuova Fiorentina dove Simeone condivide l’attacco con un veterano come Thereau: “Cyril è uno che qualunque cosa faccia, la fa sempre bene. Da lui è possibile imparare i movimenti ma soprattutto i tempi. Cerco di copiarlo e gli ruberei l’esperienza e il suo essere di ghiaccio. Io quando ho il pallone tra i piedi penso sempre e solo a fare gol, lui invece prende sempre la decisione migliore e non sbaglia nulla”.

Voce del verbo ‘vivere per il gol’: “Sì, segnare mi fa sentire meglio. Il gol di Verona è stato importantissimo proprio per togliere il tappo. Adesso ho più fiducia in me stesso, ora si va senza bisogno di spinte. Ho scelto Firenze pensando a Batistuta, ma anche essendo consapevole che tanti argentini, qui, hanno fatto benissimo. Ed è per questo che io voglio continuare questa tradizione. Ho visitato anche la città: sono stato nella basilica di Santa Maria del Fiore, il Duomo di Firenze. Ho ammirato la Cupola del Brunelleschi, ma sono solo all’inizio. Mi incanto davanti alle opere, è bello lasciarsi rapire dalla magia dell’ingegno. Oltre al calcio mi piace la Storia dell’Arte”.

E quanto corre il Cholito: “Sì, il fatto è che sento di dover aiutare i compagni. Il primo difensore deve essere l’attaccante ed è proprio questa la mia forza: se lotto per recuperare un pallone, se riesco a dare un aiuto al gruppo, poi trovare il gol mi viene più facile. Altrimenti rischio di perdermi. Correre fa parte del mio Dna e poi sono ancora giovane, devo farlo”.

Ma che fatica il calcio italiano in Champions: “La differenza rispetto alla Spagna è notevole, si è visto anche nella sfida tra le due nazionali, ma sono convinto che si tratti di un momento. Il sangue, il carattere, la voglia di riscatto non manca”.

Una favorita per la Champions? Che domande, risata spontanea: “Devo dire l’Atletico Madrid”.

E sul connazionale Dybala… “Gli basta dare uno sguardo al campo per fotografare subito il momento. A lui penseremo da sabato sera. Adesso conta solo battere il Bologna per muovere la classifica. Dobbiamo fare punti, ma dico subito che a me uno non basta”.

Su Pioli: “È uno che se sbagli te lo spiega, è un punto di riferimento. Il rapporto umano ha un valore straordinario e anche quello conta. È diverso da mio papà: mio padre è più martellante, tosto, cattivo. O almeno mi è parso così per le volte che l’ho visto”.

Invece, riguardo a Federico Chiesa: “Quando vede la palla, vede solo quella. E’ come…il topo col formaggio: gli corre dietro finché non l’ha presa”.

E Gil Dias? “È un giocatore importante a cui tutti noi dobbiamo dare fiducia perché sono convinto che ci possa aiutare ad arrivare lontano. Nell’uno contro uno è diabolico, potrà essere decisivo”.

Un sogno ben preciso per Simeone: Qualificarsi per l’Europa League o anche più su. E poi spero di superare il record di marcature in campionato di un anno fa (13). Non mi piace azzardare numeri ma il 13 non mi piace proprio. Magari vorrei andare ancora più su, non pormi nessun limiti. Domani col Bologna è una partita da vincere, non possiamo perdere. Conta solo la gara di domani”.

Sulla favorita per la vittoria della Serie A: “La Juventus senza dubbi. Poi, l’anti-Juve è l’Inter, una squadra tosta e compatta. Daranno del filo da torcere a tutti”.

Nell’Inter gioca un altro connazionale niente male, un certo Icardi, uno che Maradona proprio non vorrebbe vedere nell’albiceleste: “Icardi è un calciatore fortissimo. Il resto a me non interessa”.

E su Maradona: “Una volta lo incontrai in uno studio televisivo a Buenos Aires. Pare che in realtà lo abbia incontrato diverse volte quando ero piccolo, ma non ricordo. Lui ha fatto la storia del calcio”.

Pronto anche il Cholito a segnare un ‘barrilete cosmico’, l’aquilone diabolico come il 2-0 di Maradona all’Inghilterra ai Mondiali? “Il mio aquilone sarà quando segno il prossimo gol. Scartando tutti gli avversari del mondo, o anche a occhi chiusi in mezzo all’area, toccando il pallone in ogni modo possibile. Io vivo per il gol”.

Infine, sul rischio per l’Argentina di non qualificarsi a Russia 2018: “Mi fido dei miei compagni. Sono convinto che potranno farcela. Li seguirò a distanza nella sfida contro il Perù che si giocherà alla Bombonera. Quando gioca la Seleccion non conta nulla, servono solo gol e determinazione per vincere”.

Redazione

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