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Parla Filippo Strada: “Le Universiadi un sogno. Papà il mio idolo”

Filippo Strada, è nato nel marzo del 1997. In quei giorni, il papà Pietro, giocava nel Parma allenato da Carlo Ancelotti. Figlio d’arte, con il calcio nelle vene. Filippo sta vivendo un’estate particolare. E’ infatti uno dei protagonisti principali della nazionale italiana di calcio alle Universiadi. Due gol in due partite per lui, l’ultimo nella serata di martedì a Benevento che non solo ha sancito la vittoria dell’Italia contro la Francia (proprio la sera del 9 luglio tral’altro), ma ha anche proiettato gli azzurri in semifinale.

Filippo come Pietro: “Beh sicuramente lui qualcosa mi ha insegnato”. La lezione più importante? “Stare bene fisicamente e lavorare tanto per non avere problemi. Poi mi ha sempre detto di giocare spensierato”. A volte può essere un peso essere figli di un calciatore, ma questo non è il caso di Filippo: “Non lo è mai stato. Ho sempre visto il suo passato come uno stimolo. E poi lui è sempre pronto a difendermi”. Simili nel talento, diversi nel ruolo: “Io forse sono un po’ più attaccante. Lui era più centrocampista”. Sfide in famiglia? “Lui col ginocchio fa un po’ fatica, ma in giardino giochiamo a calcio tennis. Ci divertiamo tanto”.

Un rapporto speciale tra i due, come sottolinea Filippo: ”Mi viene a vedere sempre. Era anche a Cava quando ho segnato contro l’Ucraina. Non mi aspettavo la chiamata della Nazionale, sono l’unico calciatore di Serie D”. Filippo infatti gioca con l’Ardense in provincia di Brescia, eppure si sta rivelando uno dei protagonisti di queste Universiadi con la maglia azzurra: “Un’emozione grandissima. Poi giocare a Salerno dove mio papà e io siamo tenuti con occhio di riguardo è ancora più bello. Percepisco tutto l’affetto”. Due reti decisive per lui la prima contro l’Ucraina, e la seconda nella serata di martedì allo Stadio Ciro Vigorito di Benevento, contro la Francia ”In pieno recupero: è stata la ciliegina sulla torta. Sono stato molto contento”.

Una gioia condivisa immediatamente con il papà: ”Ovviamente. Ci siamo sentiti al fischio finale. Eravamo entrambi al settimo cielo. Ha promesso di esserci all’Arechi in caso di finale”. Due i suoi idoli da bambino: “Ovviamente papà, poi ci metterei anche Ronaldo il fenomeno”.

Filippo, oltre a giocare, per l’appunto studia “Sono al primo anno di scienze motorie al San Raffaele, che è in collaborazione con l’Aic. Mi sono iscritto in ritardo perché gli altri anni ero sempre lontano da casa e mi era difficile”.

Adesso, però è tempo di tornare a pensare al campo. Stasera, infatti, alle ore 21:00 all’Arechi di Salerno, proprio dove il papà Pietro sfiorò la promozione in A con Delio Rossi, ci sarà la semifinale contro il Giappone.

Redazione

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