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Il gol a Buffon e i segreti del Genoa. Melegoni: “Sogno da protagonista”

22 anni oggi e un futuro davanti: “Credo che i sogni si avverino se investi sulle tue qualità, costruendo sempre qualcosa in più. E non se ti culli sui momenti positivi”. Anche se quel momento positivo è rappresentato da un gran destro a giro finito alle spalle di un certo Buffon. Filippo Melegoni si ricorda bene quel 13 gennaio scorso, quando un suo eurogol negli ottavi di Coppa Italia permise al Genoa di pareggiare i conti contro la Juve e di andare ai supplementari.

Il 3-2 bianconero finale lasciò l’amaro in bocca, ma per il classe ’99 quel suo primo gol in rossoblù rimarrà sempre speciale: “Un’emozione fantastica. Segnare allo Stadium, alla Juve, ma soprattutto a una leggenda come Buffon è qualcosa di indimenticabile. Ma per carattere tendo costantemente a volermi migliorare: quel gol è stato il mio modo di dire ‘voglio dare un contributo importante’, ma un attimo dopo avevo già iniziato a lavorare per fare ancora meglio” racconta a GianlucaDiMarzio.com.

Testa, tecnica, eleganza, visione di gioco e dinamismo. Queste le caratteristiche principali attribuite al Melegoni centrocampista da chi lo conosce bene: “Un’altra cosa che mi hanno fatto notare è che quando vengo chiamato in causa, anche se per poco tempo, sono subito connesso, subito incisivo”.

Tutto è iniziato a Bergamo, per la precisione ad Azzano San Paolo, dove Filippo è nato e cresciuto con il pallone accanto: “Ne sono sempre stato affascinato, i miei genitori dicono che non c’era giorno in cui stessi senza, lo portavo ovunque. Il calcio è sempre stata una passione di famiglia, a partire da mio nonno e passando per mio padre, mio zio e arrivando fino a mio fratello. I miei mi portarono alla scuola calcio del paese dove ho cominciato a giocare, poi la stagione successiva mi misero subito con i ragazzi più grandi. E in quello stesso anno, l’Atalanta mi scelse”.

L’Atalanta e l’esordio con il Gasp

In nerazzurro Melegoni sorprende, detta i tempi di gioco, e spesso segna anche gol importanti (6 in 24 presenze). Come quello che vale la vittoria del campionato Under 17: “Un traguardo bellissimo che non dimenticherò mai, e quella rete in finale contro l’Inter è stata la ciliegina sulla torta”. In un settore giovanile che si dimostra da anni uno dei più floridi d’Europa: “Non posso che menzionare la figura indelebile di Fermo Favini. Non è un caso che dalle giovanili dell’Atalanta siano usciti i migliori talenti della Serie A degli ultimi anni. A Bergamo richiedono tanta serietà e dedizione, ma lo facevi volentieri se avevi il tuo obiettivo in testa”.

Uno di questi era l’esordio in Serie A, avvenuto il 22 gennaio 2017 contro la Sampdoria grazie a Gasperini: “Mi ha fatto debuttare dandomi un’emozione indimenticabile. Posso solo ringraziarlo, essere allenati da lui è un ‘marchio’ positivo che ti porti sempre dietro. È un allenatore che ti fa crescere”.

La parentesi al Pescara e il grave infortunio

Arriva però il momento di farsi le ossa altrove. Nel 2018 Filippo viene ceduto in prestito al Pescara, dove da dicembre in poi si ritaglia uno spazio importante in Serie B collezionando anche un gol e un assist in 13 partite. A marzo 2019, però, a fermarlo è la rottura del legamento crociato: “È stato l’anno più difficile, ma anche quello più formativo. Dal primo giorno mi sono messo in testa di non abbattermi, ma di prepararmi per un grande percorso al rientro. Sacrificio, impegno, duro lavoro. E naturalmente pazienza. Ma dopo quell’infortunio ho resettato la mia testa e costruito la mia strada per il futuro. Mi ha reso più forte”.

242 giorni fuori, poi il rientro a dicembre contro il Frosinone. 13 presenze e 2 assist in B in stagione, che si conclude con la vittoria nel playout contro il Perugia. Fino all’arrivo al Genoa lo scorso settembre, in prestito biennale con obbligo di riscatto: “Il Genoa è la Storia. È il club più antico d’Italia e rappresenta una città con una passione incredibile, una tifoseria fantastica che spero possa tornare al Ferraris il prima possibile. Quando qui in gradinata c’è il pubblico si gioca in dodici, un’emozione che non vedo l’ora di provare. Essere qui è motivo di orgoglio, ma soprattutto voglia di dimostrare ogni giorno tutta l’intenzione di onorare questa maglia”.

Il Genoa e la cura Ballardini: “Una certezza”

Questo club ha sempre dato spazio a giovani talenti italiani e non solo. Io voglio provare a conquistare il Genoa, passo dopo passo. Me la gioco in ogni allenamento, in ogni minuto, in ogni opportunità che ho”. Insieme a tanti compagni da cui cerca di apprendere qualcosa: “Imparo dall’atteggiamento di Perin, ascolto Behrami sotto l’aspetto tattico e per l’intensità da mantenere sempre in campo. Osservo la freddezza di Strootman con la palla tra i piedi e soprattutto guardo Pandev, con il quale condivido la maggior parte delle giocate. Mi trovo molto bene con lui, spesso mi faccio raccontare le sue partite di Champions”.

Anche se gli idoli d’infanzia e presenti sono altri: “Zidane e Neymar. L’avversario più forte invece è Ilicic, l’ho avuto anche come compagno e mi ispiro molto a lui. Lo osservavo in ogni allenamento, un giocatore incredibile”. Gli hobby? Musica, NBA e Playstation: “Ma dedico la maggior parte del tempo ad allenarmi, anche individualmente”.

La prima stagione di Filippo al Genoa è cominciata in salita, con la squadra in difficoltà anche a causa del virus: “Il periodo con Maran è coinciso con i tanti casi di Covid, un ostacolo che ha rallentato il nostro percorso”. Con Ballardini, invece, ritmi da Champions League: “Col mister stiamo facendo un grande lavoro. Conosce l’ambiente e ha portato sicurezza nei nostri mezzi, è un allenatore da cui posso imparare tanto. Qui al Genoa pensi a Ballardini e pensi a ‘certezze’. E io darò sempre il massimo per essere una risorsa per lui e per il club”.

La Nazionale e un futuro da scrivere

Nel frattempo anche le giovanili con l’Italia: “L’azzurro per me è sempre qualcosa di speciale. Ho la fortuna di aver indossato tante volte la fascia da capitano con le varie selezioni, un orgoglio. Segnare in Under 21 all’esordio è stato un altro step, nella voglia di migliorarmi e di farmi trovare pronto. Quando mi chiamano in causa, io ci sono”.

Ma gli obiettivi futuri sono perlopiù relativi al presente: “Non mi piace guardare troppo lontano. Ho sogni molto ambiziosi, certo, ma step by step. Non arrivi a traguardi importanti se non pensi a fare il massimo nel prossimo allenamento. Ogni dettaglio è determinante. Penso a dare tutto per il Genoa oggi, voglio mettere un contributo importante e magari diventare protagonista, ma so di dovermi sudare e meritare tutto. Lavoro ogni giorno per questo. E non vedo l’ora di farlo”.

Testa, grinta, voglia di sorprendere. Melegoni guarda al domani pensando all’oggi, con l’obiettivo di farsi trovare pronto, passo dopo passo. Come ha sempre saputo fare.

Stefano Renzi

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