Nel corso dell’inchiesta sul dossieraggio il presidente della FIGC Gabriele Gravina è stato ascoltato e indagato dalla Procura di Roma. A riportarlo è l’ANSA, che ha specificato come il reato contestato sia quello di autoriciclaggio.
Come riportato dall’ANSA il presidente federale nella mattinata di mercoledì 6 marzo si è recato in maniera volontaria alla Procura di Roma per essere ascoltato e chiarire la sua posizione. Secondo i suoi legali, Leo Mercurio e Fabio Viglione, infatti, Gravina “è una persona offesa, per questo auspica si faccia luce quanto prima su quella che si sta profilando come una vera e propria attività di dossieraggio, rispetto alla quale si augura anche l’individuazione dei mandanti”.
I magistrati della Procura di Roma hanno però iscritto il presidente della Federcalcio nel registro degli indagati nell’ambito dell’indagine sui presunti illeciti. Il reato contestato è quello di autoriciclaggio e l’iscrizione è avvenuta ancor prima dell’interrogatorio svolto in giornata.
Per poter essere ascoltato dalla Procura, infatti, Gravina doveva essere iscritto al registro degli indagati. Per questo i magistrati hanno lo hanno formalmente indagato, così da permettere ai legali del presidente della FIGC di partecipare all’incontro e a Gravina stesso di chiarire la sua posizione. Si tratta quindi di un atto dovuto, utile anche a tutelare il presidente federale stesso.
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