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​“Festeggiavamo il Mondiale ma ci tiravano l’acqua dalle finestre”. Appartenenza e tifo: storia della…Diaspora Azzurra

Essere italiani oggi, nel giorno dello spareggio per Russia 2018, ha un sapore tutto particolare. Come tifare la Nazionale da ogni parte del mondo, perché si è cambiata residenza per lavoro, perché i nonni sono emigrati anni fa o perché ci si è innamorati di qualcuno che non ha il nostro passaporto. Da qualche anno però, gli italiani all’estero, oltre a portarsi nel cuore l’amore per la propria Nazion(al)e, hanno un altro modo per manifestare la fede Azzurra. Il progetto è di un ragazzo italo-francese di 26 anni, Paolo Del Vecchio, i cui nonni si sono trasferiti in Francia nel primo Dopoguerra stabilendosi a Metz, una cittadina tra il Lussemburgo, Parigi, Strasburgo e la Germania.

Cresciuto tra il soprannome Uagliò e la Gazzetta dello Sport, dopo la vittoria del Mondiale 2006, ha voluto unire i tifosi con una storia simile alla sua: “La sera del 9 luglio io e la mia famiglia festeggiavamo per le strade della mia città la vittoria sulla Francia. Ma la gente ci tirava l’acqua dalle finestre e le occhiate per strada erano feroci..Il loro Dio, Zidane, espulso per una testata a Materazzi e La Finale persa ai rigori. Noi al settimo cielo, loro bruciati dalla sconfitta contro i rivali di sempre. Anche le associazioni Italia-Mafia-Spaghetti erano ormai quelle “di sempre” e ferivano me come i miei connazionali sparsi per il mondo”.

Così Paolo, che ha frequentato prima una scuola di Design e poi una d’Arte, ha messo in piedi una campagna di Crowdfunding per avviare la sua Squadra Diaspora. L’oggetto dell’opera è la classica maglia da calcio, elemento essenziale di ogni tifoso. E’ azzurra, con l’italia disegnata in piccolo al centro e dei cerchi concentrici che da lì si propagano. Perché questo è il movimento che seguono migrazione e integrazione: come onde nascono da un punto, alte e destabilizzanti, poi si diffondono sempre più calme e portatrici di nuovi equilibri.

La maglia si ordina online e arriva in un pacchetto con certificato di autenticità e un numero seriale (da 1 a 500). Una volta ricevuta, l’acquirente manderà una propria foto dal luogo in cui si trova in modo da creare una galleria virtuale di “Azzurri dal mondo”. Tra le personalizzazioni più particolari ci sono le quattro dei fratelli Joel, Benjamin, Arnauld e Philippe, ma anche “Casa Ricci” ristorante gestito da laziali a Metz dove Paolo ha inaugurato il suo progetto e “Maldini 3” richiesta da una ragazza francese con la passione per l’ex difensore dagli occhi blu. Altre sono tra Australia, Spagna, Germania, fino a New Orleans. E ci sono alcuni giocatori italiani, nati all’estero, che già la possiedono nell’edizione a loro dedicata: “Il primo a chiedermela è stato Nicola Sansone, nato in Germania e conosciuto grazie a Paolo Cannavaro. La mia sarta gliel’aveva realizzata una in tre giorni, ma quella definitiva gliela consegnerò il mese prossimo a Villarreal, così come a Soriano”. Della Squadra Diaspora fanno già parte anche Davide Moscardelli e Simone Perrotta, nati in Belgio e Inghilterra.

Il prossimo obiettivo? “Sogno una partita in cui giocatori come Giuseppe Rossi, Sansone e tanti altri nati all’estero, indossino la mia maglia!”Oggi però c’è Svezia – Italia e il sogno di tutti gli italiani, compresi quelli sparsi per il mondo, è di vedere le Maglie Azzurre in Russia, nel 2018.

Redazione

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