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Festa nazionale a Capo Verde: così tutti possono vedere la partita che regalerebbe il Mondiale

L’iniziativa di Capo Verde in vista del match decisivo per la qualificazioni Mondiali

Capo Verde può scrivere la storia. Avete letto bene, una piccola nazione sperduta nell’Oceano Atlantico è vicina a qualificarsi per la prima volta al Mondiale 2026. L’avversaria della partita decisiva è l’Eswatini, ultima nel gruppo.

I Tiburones Azules (letteralmente “Gli squali blu”) saranno artefici del proprio destino: con una vittoria volerebbero direttamente verso Stati Uniti, Canada e Messico.

Se dovesse verificarsi questa possibilità, Capo Verde diventerebbe il Paese più piccolo della storia a giocare un Mondiale, oltre che il secondo Paese per minor numero di abitanti (circa 524 mila), seconda solo all’Islanda.

Una giornata storica in tutti i sensi per questa piccola isola. Il governo, dunque, ha decretato un giorno festivo in tutta la nazione a un match che ha un profumo decisamente particolare.

La favola di Capo Verde può diventare realtà

500 km dalla costa senegalese. 10 isole vulcaniche, 9 delle quali abitate. E tanto, tantissimo vento. Capo Verde è nel gruppo D delle qualificazioni al Mondiale 2026 e, a un turno dalla fine, ha raccolto 20 punti in 9 giornate, segnando 13 reti e subendone 8.

In panchina c’è Pedro Leitão Brito, detto ‘Bubista‘, in campo Vozinha, Moreira, capitan Ryan Mendes e Monteiro. Nomi che non dicono nulla nel grande calcio, se non forse quello dell’ex Lazio e Salernitana Jovane Cabral.

Sarà quindi un autentico appuntamento con la storia. Alle 18:00, all’Estádio Nacional de Cabo Verde a Praia. 90 minuti o poco più con addosso gli occhi di 524 mila persone che, a casa dal lavoro, spingeranno i propri calciatori verso una qualificazione che è quasi realtà.

Simone Bianchi

Classe 2002, nato nel Varesotto. Cresciuto tra un record del mondo di Michael Phelps e un tackle difensivo di Vidić. Qualche soddisfazione tolta nel nuoto, meno nel calcio. Per riassumerla in breve, come dice Ligabue: “Nato senza i piedi buoni”. Ora inseguo quel sogno, diventato obiettivo, di raccontare lo sport a tutto tondo, per trasmettere quelle emozioni che mi hanno cresciuto fin da bambino.

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