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Ferrero: “Voglio salvare la Sampdoria, chiedo una tregua ai tifosi”

Massimo Ferrero, ex Presidente della Sampdoria e padre dell’attuale azionista di maggioranza del club (Vanessa Ferrero, ndr), è tornato a parlare a circa un anno di distanza dall’ultima volta. 

 

L’ex Presidente blucerchiato ha parlato ai microfoni del Secolo XIX della situazione attuale e del futuro della Samp.

Sampdoria, le parole di Ferrero

Ferrero si è detto molto dispiaciuto per le difficoltà attuali della squadra, al punto che recentemente si è anche sentito male guardando una partita: “Guardando la partita con il Torino in televisione, la settimana scorsa, mi sono sentito male. Ho accusato un fortissimo attacco d’ansia… ne parlo ora perché so che è uscita sui social e anche su qualche giornale. Ho molto pudore della mia privacy. Sono andato al pronto soccorso. La situazione della Sampdoria mi fa molto soffrire“. 

 

Poi, l’ex Presidente ha parlato dell’ipotesi di un suo ritorno: «Me lo auguro. Ci sto lavorando perché il mio obiettivo è quello di cercare di riportarla in un porto sicuro. La verità è che la mia famiglia è proprietaria della società blucerchiata e quindi in tale qualità ho sempre continuato, continuo e continuerò a interessarmi delle sorti della squadra perché rappresenta nove anni della mia vita. Negli ultimi mesi la situazione economica e sportiva è precipitata. Voglio mettermi in gioco e devo trovare le risorse economiche per andare avanti fino a fine stagione e per rinforzare la Sampdoria. Ci vogliono innesti di nuovi calciatori nella prossima finestra del mercato di gennaio, secondo me almeno sei. Ma nello stesso tempo bisogna finirla con la guerra, chiedo una tregua ai tifosi». 

 

Ferrero è però consapevole che i tifosi non prenderebbero bene il suo ritorno, per questo ha mandato un messaggio direttamente a loro: «Lo so, e per il bene della Sampdoria per cortesia facciamo la pace e non facciamo la guerra. Chiedo una tregua. Sono consapevole in passato di avere commesso degli errori, a volte mi sono espresso male a causa della mia… “romanità”. Un lessico particolare, una cultura differente. Chiedo scusa a chiunque si sia sentito offeso, non era assolutamente mia intenzione. Penso però che adesso solamente l’unione, e non la divisione, possa aiutare la Sampdoria. Basta pregiudizi, basta violenza. Aiutatemi ad aiutare la Sampdoria a uscirne. Garantiamo un futuro all’altezza e vi do la mia parola d’onore che una volta che la squadra approderà in un porto sicuro io sparirò e vi ringrazierò per sempre».

L’intervista completa nell’edizione odierna de Il Secolo XIX

Redazione

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