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Fiorentina-Ferencvaros, Stankovic: “Viola tra le 3 che giocano meglio in Italia”

Giornata di vigilia di Conference League per la Fiorentina, che domani al Franchi affronta il Ferencvaros nella seconda giornata del girone. Gli ungheresi sono primi in classifica  grazie alla vittoria contro il Cukaricki, mentre i viola hanno esordito con un pareggio in casa del Genk. 

 

Ferencvaros, le parole di Stankovic in vista della Fiorentina

 “Cosa temo della Fiorentina? Mi preoccupa già il girone di suo perché è un girone di Europa League, ma non mi piango addosso, la Fiorentina è una delle 3 squadre che gioca meglio in Italia. A qualcuno può piacere o meno, ma è un dato di fatto. Sono cresciuti molto, è il terzo anno che giocano insieme, si vede che sono più convinti dei loro mezzi, li vedi più sciolti in campo. Ho cercato di spiegarglielo ai miei. Rotazioni e formazioni che variano, perché Italiano ha cambiato più di 100 formazioni nella sua gestione, domani mi aspetto qualche cambio perché ce l’ha. Noi siamo sereni. E’ un club importante e ha una storia forte. E’ bello giocare in Europa a questi livelli e lottare per il titolo, vincere la coppa, sono obiettivi diversi”, così Dejan Stankovic a Sky Sport. 

 

 

L’allenatore serbo ha poi parlato del momento degli ungheresi: “Questo è un mini campionato di 6 partite, siamo sereni. Dobbiamo fare bene, dev’esserci un po’di nervosismo, ma positivo. Questa è una bella squadra, frizzante, che ha il proprio carattere, la velocità e voglia di migliorarsi: ci sono ragazzi splendidi con cui è una vera gioia lavorare e impari da loro e loro imparano da te. Siamo insieme da un mese, ma ho trovato grande disponibilità, non è che cambi tutto in una squadra che già funziona. Porti le tue idee, ma le inserisci piano piano. Domani sarà una bella partita, tra 2 stili diversi, con 2 squadre talentuose”.

 

 

L’ex Sampdoria ha poi commentato la pressione dell’affrontare la squadra di Italiano: “Tantissime volte il giocatore è bravo e talentuoso, ma ci sono momenti e partite che ti serve più l’uomo che il calciatore”. Sull’esperienza in Ungheria: “Per me non è strano lavorare all’estero: ho lasciato il mio Paese a 19 anni. L’Italia è una seconda casa per me, ma non è un problema per me, vedi il mondo anche da un altro angolo. Ho fatto anche 3 anni a Belgrado giocando l’Europa League, un bagaglio importante che non ha prezzo. Budapest è una bella città, ci sono giocatori professionisti. Non se ne parla tanto, ma se guardi cosa ha vinto il Ferencvaros negli ultimi 50 anni ti accorgi che è la numero 1 in Ungheria. Quando in un Paese una squadra è così importante, stiamo parlando di 10-11 milioni di persone, ha un peso”.

Redazione

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