Tre anni fa trovava spazio a fatica nella Serie C italiana con la maglia del Martina Franca, domenica scorsa ha festeggiato – a titolo personale, complice la sconfitta dei suoi nella trasferta di Verona – il debutto in Serie A.
Storia di Felipe Curcio, sangue brasiliano e radici calabresi, terzino sinistro classe 1993 che dopo un apprendistato lungo sette stagioni e 82 partite ha vissuto la prima presenza nel massimo campionato italiano. Corini lo ha lanciato nella mischia al minuto 86, sul punteggio di 2-1, nel tentativo di trovare con il suo piede un assist vincente per i compagni. Idea non concretizzata, ma in quei pochi minuti Curcio ha concluso un percorso fatto di chilometri in corsia e tanta voglia di arrivare in A, coltivata mantenendo sempre un profilo basso e il sorriso di chi, in fondo, fa il mestiere più bello del mondo.
Carriera avviata in Brasile tra Gremio e nell’Atletico Paranaense, nel 2012 – a 19 anni – Felipe ha realizzato il suo sogno nel cassetto: giocare in Italia. Omaggio a suo nonno Pietro, calabrese di origini, e alla passione per il calcio europeo.
L'avvio non era stato esaltante: due anni al Foggia, anche sotto la guida di Roberto De Zerbi, e poco spazio. Sette presenze, sufficienti per spingerlo a cambiare aria. Passando dalla Lupa Roma per poi fare ritorno in Puglia con la maglia del Martina Franca. Esperienza che dura un anno, prima di passare da un biancoazzurro all'altro: quello della Fidelis Andria, in Serie C.
Schierato da esterno a tutta fascia nel 3-5-2, Felipe inizia a carburare: segna su punizione (4 reti in due stagioni), grazie a un mancino molto delicato, e dipinge assist. Nel gennaio 2018, nonostante una squadra in lieve difficoltà economica e in grado di vincere la sua prima partita stagionale solo a metà novembre, è tra i laterali più interessanti del campionato. Con l'agente Paolo Paloni sceglie la proposta del Brescia. Evidentemente il biancoazzurro era nel destino.
L'avvio con le Rondinelle è subito di quelli importanti: due assist per Torregrossa nel 2-0 al Parma. Chiude la sua prima tappa bresciana con 17 presenze e 5 assist in sei mesi, numeri che non ripete – complice un infortunio che lo frena a gennaio – sotto la guida di Eugenio Corini, con la B 2018/2019 archiviata a quota 15 partite giocate, contributo utile al ritorno dei bresciani nella massima serie. Obiettivo che, una volta raggiunto, Curcio decide di vivere fino in fondo, dicendo no a diverse proposte dalla B e decidendo di giocarsi le sue carte. Fino all'esordio di domenica scorsa. Primo passo verso la risalita, personale e magari anche del Brescia.
Che intanto ha cambiato allenatore. In panchina è arrivato Fabio Grosso, uno che con i laterali di fascia sinistra ha un certo feeling.
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