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Alle origini di Gatti, tra cambi di ruolo e messaggi di rito. Il racconto di chi l’ha visto crescere

Verbania, agosto e un telefono che squilla. Voglio quel ragazzo, il difensore centrale. È di un’altra categoria”. A parlare è il direttore sportivo della Pro Patria, Sandro Turotti, uno che gira campi da una vita a caccia di talenti. L’oggetto della telefonata è Federico Gatti, al tempo difensore centrale del Verbania e oggi nuovo acquisto della Juventus di Allegri. Dopo aver scalato tutte le categorie. Perseveranza e lavoro, queste le parole d’ordine. Il viaggio è stato lungo, ma ne è valsa la pena. 

Tante sono state le tappe, tantissimi i ricordi. Ma guai a chiamarla favola. “Federico è uno che si è conquistato tutto con il lavoro, il sacrificio e ha sempre avuto una gran voglia di arrivare. Non le dico la classica cosa che si dice in questi casi, il suo è veramente un esempio da seguire”. Sui generis, in tutto e per tutto. Era il primo ad arrivare agli allenamenti e l’ultimo ad andare via. Questione di testa, ma quante prese in giro! “Tu non sei del 98’ ma del 58’ –  gli dicevo – e noi giù a ridere”. Un sorriso se lo faceva anche lui, anche se gli sembrava la normalità. D’altronde per uno abituato a fare il muratore, giocare a calcio è un sogno. Quindi doveroso farlo al massimo. Ora ripensandoci se la riderà. 

Dopo la Pro Patria arriva il Frosinone, che lo nota e lo porta subito in B. “È un ragazzo che ha fatto un salto di tre categorie in tre anni ed è stato dominante in ogni stagione”. Nessuna pressione, solo tanta grinta e caparbietà. “Gli ho sempre mandato un messaggio ogni volta che ha raggiunto un traguardo: sia il giorno dell’esordio in B, sia dopo che aveva segnato qualche gol”. È un piacere scherzare e ripensare a quei momenti in cui era con noi. Ricordi, di quelli che ti restano. 

Oggi fa il difensore centrale e lo ha preso la Juve, lasciandolo però a Frosinone fino a giugno. Anche se non è sempre stato quello il suo ruolo. Già, perchè a 18 anni in eccellenza a Saluzzo, faceva la mezzala. “Era un 8 puro – racconta il team manager Giorgio Pagliaro del club a gianlucadimarzio.com – giocava esterno di centrocampo in un centrocampo a rombo”. Poi la cessione, il ritorno al Pavarolo e il cambio di ruolo. “Ci servi dietro”. Sliding doors. Adesso Allegri ringrazia. 

È sempre stato testardo fin da piccolo. Uno di quelli che se si mette una cosa in testa quella è. Come quando disse a casa che voleva fare il calciatore. Promessa mantenuta. Dall’eccellenza alla A, passando per tanti step e imprevisti. La strada non è stata semplice, ma adesso se la gode e sorride. Felice come lo si é visto al momento delle visite mediche con la Juventus. In quello sguardo è racchiuso tutto. Adesso manca solo l’esordio in Serie A. Quel che è certo è che gli arriverà un messaggio preciso. Succede a ogni traguardo e lui ne sarà fiero.

Lorenzo Cascini

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