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Dalla non-League a Goodison Park: in FA Cup il Boreham Wood sfida l’Everton

Il calcio inglese, si sa, regala storie romantiche, incredibili, favole che diventano realtà. E la FA Cup, col suo format “democratico”, si presta ancor meglio della Premier League a diventarne il teatro. Una di queste favole verrà scritta stasera, a Liverpool, nel quinto turno della coppa nazionale inglese, quando a Goodison Park si sfideranno Everton e Boreham Wood

 

 

Il Boreham è la grande sorpresa del torneo, ancor più del Middlesbrough, che ha eliminato in serie Manchester United (ai calci di rigore) e Tottenham, e del Nottingham Forest, che ha mietuto vittime del calibro di Arsenal e Leicester, battendo le Foxes con un sonoro 4-1, per giunta. 

Dalla non-League al quinto turno di FA Cup

Nel quarto turno, il Boreham ha sconfitto il Bournemouth, militante in Championship, la seconda serie inglese, per 1-0, con la rete di Mark Ricketts, centravanti trentasettenne. Il Boreham gioca in National League, vale a dire la quinta serie inglese, la prima delle serie della cosiddetta “non-league“, l’insieme di divisioni che non fanno parte della “Football League”, che comprende un insieme di squadre professionistiche e semiprofessionistiche. 

 

Ora l’Everton

Il Boreham è la prima squadra della “non-league” a riuscire ad accedere al quinto turno di FA Cup da cinque anni a questa parte: nel 2017 l’impresa riuscì al Sutton e al Lincoln. L’allenatore, il trentaseienne Luke Garrard, ha fatto la storia del calcio inglese. Non solo con questa strepitosa cavalcata, ma ancor prima sette anni fa, quando il suo ingaggio per il Boreham ne fece l’allenatore più giovane (29 anni) della storia delle prime cinque serie inglesi. La sera della vittoria col Bournemouth, ha dichiarato di essere scoppiato in lacrime al fischio finale e di non vedere l’ora di affrontare Frank Lampard, allenatore dei Toffees.  

Il Boreham ha una storia molto recente: nasce alla fine degli anni ’40 nella cittadina di Borehamwood, in Hertfordshire, contea dell’Inghilterra orientale. In più di 70 anni di storia non si era mai affacciato nemmeno nella National League fino al 2014-2015, anno della promozione dalla sesta serie attraverso il play-off. Il Boreham gioca nel piccolo Meadow Park, che ospita appena 4500 spettatori. Nel 2018 ha anche perso una finale play-off che gli avrebbe consentito di raggiungere la quarta serie. L’anno scorso era arrivato il passaggio al secondo turno di FA Cup, che era parso già un eccellente risultato; ma in questa edizione del trofeo più antico al mondo i bianconeri si sono superati, battendo nell’ordine l’Eastleigh, il St Albans City, il Wimbledon e appunto il Bournemouth, al Vitality Stadium. 

 

 

Il gesto del presidente

Come accade di consueto in Inghilterra, i tifosi del Boreham hanno organizzato la trasferta al dettaglio: c’è un appuntamento con la storia da non mancare. Anche il club si è dato da fare, raccogliendo e pubblicando sui social una serie di messaggi video di auguri, tra cui spicca quello di Jack Wilshere. Non solo: ha anche lanciato una linea di sportswear commemorativa di questa serata, e già disponibile sugli store ufficiali. 

Ma c’è un altro, fondamentale protagonista di questa incredibile storia: si tratta del presidente del club, Danny Hunter. Ai microfoni, dopo la conquista del pass per il quinto turno Hunter è parso felice come un bambino: visibilmente emozionato, si è detto entusiasta di poter giocare a Goodison Park, e ha definito quella della vittoria contro il Bournemouth “la notte più magica di sempre“; una notte che non ci sarebbe mai potuta essere se lui stesso, durante le prime fasi della pandemia, non avesse ridiscusso i termini del mutuo della sua casa per poter salvare le casse del club ed evitarne il fallimento. Un gesto d’amore e di coraggio: ne valeva la pena, ora a Borehamwood ne sono certi. 

Ha collaborato Gabriele Ragnini

Andrea Monforte

Classe 2000, monzese (d’adozione), studio Lettere a Milano. Un’indomita ed ereditaria passione per lo sport (calcio, ovviamente, ma anche ciclismo), declinata in “narrazione” tecnica e sentimentale: la critica della complessità come antidoto alla semplificazione. La vaghezza del ricordo personale ha reso l’azzurro del cielo di Berlino 2006 un’indelebile traccia mitologica. Sono nato lo stesso giorno di Ryan Giggs e di Manuel Lazzari, ma resto umile.

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