Massimiliano Farris, vice di Simone Inzaghi, ha parlato ai microfoni di Sky Sport al termine della partita della sua Inter contro la Salernitana, vinta con il risultato di 5-0, lo stesso dell’andata all’Arechi.
Farris commenta la netta vittoria alla luce del periodo non positivo da cui veniva l’Inter: “La leggera lessione è stata fisiologica, per quanto avevamo fatto a inizio stagione e per l’alto stress emotivo e fisico. Seriva una scintilla per riaccendere tutto“.
Farris è contento dell’approccio dei suoi: “La Salernitana ha avuto un approccio coraggioso e aggressivo, nelle ultime partite aveva ottenuto sempre punti e blindato la porta. Siamo riusciti a essere incisivi sugli esterni, e vedere segnare Lautaro e Dzeko era il massimo che potessimo chiedere“. Poi il vice di Inzaghi è tornato sul periodo complesso della stagione: “La serie infinita di impegni ha reso difficile prepararsi con gli allenamenti; abbiamo segnalato ai ragazzi che la stanchezza era mentale, perché i dati ci segnalavano che dal punto di vista fisico non eravamo in difficoltà. Non avevamo dubbi sul valore dei giocatori: ci siamo affidati alla forza del gruppo ed è tornata l’Inter che conosciamo. A Genova abbiamo voluto snaturarci, verticalizzando troppo frettolosamente, ma anche il campo non era in condizioni ottimali“.
Farris spiega le ragioni tattiche del successo: “Oggi abbiamo cercato di riportare il gioco nel nostro centrocampo, tra Barella, Brozovic e Calhanoglu, e ne abbiamo beneficiato“. Spazio per qualche riflessione di carattere generale sulla Champions e sul campionato: “Ribaltare il risultato a Liverpool non sarà facile, ma le motivazioni non mancheranno: andiamo ad Anfield, è la Champions, e siamo la stessa squadra della prima parte di stagione, non possiamo dimenticarcelo. E in campionato siamo gli unici a poter decidere delle nostre sorti: se le vinciamo tutte, nessuno potrà raggiungerci. Non sarà facile, ma oggi abbiamo piazzato il primo tassello. Brozovic è un accentratore di gioco, chiede palla, e ultimamente è bersagliato dagli avversari, lo marcano a uomo. Quando riesce a dialogare con gli altri giocatori, e non parlo solo dei centrocampisti, il gioco migliora“.
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