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Fabregas: “Futuro? Devo capire dove vogliamo andare. Como è la priorità”

Como, Cesc Fabregas (IMAGO)

Le dichiarazioni di Cesc Fabregas sul suo futuro, i suoi maestri e l’impronta del suo Como

L’allenatore del Como, Cesc Fabregas, è intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport raccontando se stesso, il proprio futuro, le proprie ispirazioni calcistiche e molto altro.

A partire da una prossima stagione tutta da scrivere, in attesa di capire se sia ancora sulle sponde del lago di Como oppure altrove.

Per poi analizzare gli ostacoli più difficili superati in questa sua prima stagione in Serie A alla guida di Nico Paz, Cutrone e Strettezza, per citarne alcuni.

Su questo e su molti altri temi è intervenuto l’ex centrocampista di Chelsea, Arsenal e Barcellona: “Oggi l’allenatore è tutto, è un mestiere usurante. È praticamente il CEO della società senza esserlo, ci mette la faccia quando si perde, quando si vince e quando bisogna fornire delle spiegazioni“, ha esordito.

Como, Fabregas: “Vi racconto il mio calcio”

Prima la promozione dalla Serie B alla Serie A, il conseguimento del patentino, ora un campionato quasi da metà classifica. Cesc Fabregas, a Como, è cresciuto sotto tutti i punti di vista e ora dimostra la maturità di un veterano. “Qui siamo un gruppo. Il presidente, il direttore Charlie ed io. E poi c’è Osian Roberts, di cui mi fido ciecamente. Sono molto fortunato perché qui mi garantiscono tanta libertà“.

Ci sono tanti modi di fare calcio e non se ne può escludere uno. Simeone vince alla sua maniera, Guardiola alla sua, così come José Mourinho e Conte. Sono tutti stili differenti, però è calcio vero. È importante credere in quello che si fa“, ha continuato l’ex centrocampista.

Como, la squadra di Fabregas (Imago)

Potrei tranquillamente dire ai miei di giocare in maniera diversa. Ma non saprei come allenare la squadra, nel senso che non credo in quel calcio. Non potrei mandare il messaggio giusto al giocatore. Il giocatore intelligente ti guarda in faccia, ti analizza… Io mi adatto a quello che abbiamo e poi provo a trovare tutte le soluzioni per andare a vincere“.

Poi un aneddoto curioso a testimonianza della crescita costante del Fabregas allenatore e della sua convinzione nelle proprie idee. “Dopo aver vinto la B mi ritrovai a cena a Trento con Pecchia e Capello. Fabio mi disse: “Cesc, adesso non puoi più giocare così eh, adesso ti devi difendere di più”. Insistette sulla difesa, difesa, difesa. Quella sera andai a dormire più convinto che mai che avrei seguito la mia filosofia.

“Ecco chi sono i miei maestri. Il mio futuro…”

Proseguendo, poi, l’allenatore del Como ha parlato anche dei suoi quattro maestri. “Conte è un fenomeno, un fenomeno. Da lui ho imparato tantissimo. Dalla sua metodologia e, soprattutto, dal suo messaggio costante, dalla sua idea. Mourinho e Guardiola diversi? Sul campo forse, ma fuori sono malati di vittoria, hanno una incredibile mentalità vincente e una notevole capacità di trasferirla alla squadra. Antonio è della stessa pasta“.

Como, Cesc Fàbregas (IMAGO)

Una menzione d’onore, o forse qualcosa di più, per l’allenatore avuto all’Arsenal. “Arsène Wenger è il migliore che ho avuto. Soprattutto ora, in questo mio inizio da allenatore, è una figura importante e presentissima. Mi scrive sempre dopo ogni partita“.

Infine, a concludere, anche qualche dichiarazione sul proprio futuro: “Non lo so, niente è ancora deciso. Ho bisogno di una breve sosta a fine campionato, di un attimo di respiro prima di sedermi al tavolo con il Como… Mi ritengo molto fortunato perché qui la gestione del quotidiano è uguale tanto che si vinca quanto che si perda. Il confronto è costante. Como la priorità? Devo capire dove vogliamo andare. E in che modo. Sì, la priorità è il Como“.

 

Redazione

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