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Euro Under 21 – Non c’è solo Asensio: padel, studio e “Game boy”, i segreti “dell’altra Spagna”

Il rischio di domani sera potrebbe essere quello di pensare che l’Under 21 della Spagna sia “solo” Deulofeu, Asensio e i soliti noti. No. Purtroppo per l’Italia di Di Biagio. Come faceva la canzone sulle donne? “Oltre le gambe c’è di più”. Ecco lo stesso si potrebbe dire per la “rojita”. Oltre ad Asensio (già tre gol e capocannoniere del torneo) c’è di più. Molto di più.

A partire dalla difesa. La coppia di centrali è formata da Merè e Vallejo, due che solitamente sui giornali ci finiscono meno spesso dei compagni di squadra, ma non per questo sono da prendere sotto gamba.

Merè gioca nello Sporting Gijon e nonostante sia del 1997, ha già una clausola da 24 milioni di euro: non male per uno che da piccolo sognava di fare il pilota di rally e che al calcio preferiva giocare a pallamano.

Neanche tra gli hobby preferiti di Vallejo c’era il calcio, ma un altro sport: il padel. Con Merè è compagno di stanza nel ritiro dell’Under, ma nel tempo libero preferisce leggere e studiare piuttosto che giocare alla Play Station. Il centrale del Real Madrid è il “secchione” del gruppo, ma ha lasciato la facoltà di Giurisprudenza perché richiedeva troppo tempo. Quello che deve dedicare al calcio, ovviamente. Con in testa gli idoli Rafa Nadal e Fernando Alonso.

In mezzo al campo la stella della Spagna Saul dell’Atletico Madrid (già due gol per lui in questo Europeo), ma il personaggio decisamente più interessante è Carlos Soler. Cognome da cantante (ricordate Alvaro?), ma piedi da artista del pallone. Con la maglia del Valencia ha segnato 3 gol in 23 presenze alla sua prima vera stagione nel calcio dei grandi. Anche lui – come Merè – un ’97, e quindi in questo Europeo è uno dei più piccoli. Un esterno rapido e fantasioso capace di segnare anche gol spettacolari come quello rifilato al Celta Vigo da quasi metà campo. Si dice che il ragazzino preferisse giocare da solo, con un pallone tra i piedi e basta. Pare che per convincerlo a entrare in una squadra, suo nonno Don Rafael Barragan gli abbia regalato un “Game boy”.

E con una Spagna che sembra una squadra da videogioco è logico che lui si trovi decisamente alla grande.

Bruno Majorano

Laureato in giurisprudenza ma più o meno giornalista sportivo. Perché al diritto penale preferisco quello di Djokovic. Perché alle sanzioni civili preferisco quelle del giudice sportivo. Perché basta che in campo ce ne siano 22 e tutto il resto viene dopo. Pubblicista dal 2010, professionista dal 2013 e “calcista" dal 1988. Se volete sapere qualcos'altro su di me seguite quello scrivo. Non sempre ho ragione, ma provo a raccontare la verità. Provo a farvi guardare il mondo del calcio dal un'altra prospettiva: con i miei occhi, nonostante i quasi 9 gradi di miopia, ma con un paio di lenti a contatto e all’occorrenza anche un paio di occhiali di sole. Ho sentito dire che “Scrivere è sempre meglio che lavorare…”, aggiungo che scegliere come hobby il proprio lavoro è la cosa più gratificante che si possa fare nella vita. Per gianlucadimarzio.com mi trovate un po' ovunque. Ah, un avviso ai naviganti: non prendetemi troppo sul serio!

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