Eternamente Maccarone: “I gol, i tatuaggi, l’Empoli: vi racconto tutto. Giampaolo da Milan, punto su Martusciello. Smettere? Non ci penso neanche”
Cinquanta sfumature di Big Mac, portate tutte sulla propria pelle. Ha tatuato le date e i colori della sua vita perché i tatuaggi “sono sempre stati una passione che è rinata con la nascita delle mie figlie”. L’ultimo arrivato sulla pelle di Massimo Maccarone parla chiaro: maglia azzurra n.7, sul polpaccio. Cos’è l’Empoli in una parola? “Vita, perché mi dedico totalmente a questa società a cui ho dato tanto e che mi ha dato tanto. Mi ha fatto crescere quando ero ragazzo, mi ha fatto tornare la voglia di giocare, di divertirmi e di emozionarmi ora che sono tornato”, risponde lui a GianlucaDiMarzio.com. Non ha dubbi, c’è da credergli riguardando le immagini di pochi giorni fa e quegli occhi lucidi lucidi durante la festa salvezza. “Per Empoli è come vincere uno scudetto. Io ci tengo a questo ambiente, essere partiti da una finale playout per evitare la C e tornare in pochi anni in Serie A salvandosi due volte con largo margine è emozionante. Per uno della mia età, sono le emozioni che ti spingono a continuare a giocare. Ma non ho pianto!” prova a “difendersi” lui che da queste parti chiamano il “Gladiatore”, chiede una foto per conferma ed è pronto a mettere in palio una cena qualora qualcuno certificasse le lacrime. Tanto comunque c’è abituato, ogni giovedì sera porta la squadra fuori a mangiare: paga lui, “serve per far gruppo” disse un po’ di tempo fa. Qualcuno al Castellani giura che all’Empoli lui conta più di un “normale” capitano, se fosse vero che il suggerimento di prendere Giampaolo fu il suo non ci sarebbero neppure più dubbi.
Sarri e Giampaolo, volti diversi legati al “nuovo” Big Mac: “Sarri mi ha dato molto, ha impostato un’idea di gioco che rispecchiava le mie caratteristiche. Mi ha dato quell’entusiasmo che mi era mancato negli ultimi anni… Giampaolo lo conoscevo, sapevo che persona e che allenatore fosse. Ma sono passati sei anni, quest’anno è tornato e l’ho visto molto più migliorato di quanto mi aspettassi”. Pronto (anche) per il Milan? “Ce ne sono pochi di allenatori preparati come lui, secondo me può andare benissimo in una grande squadra e fare bene”. Incoronazione firmata Maccarone, uno che in rossonero ci è pure cresciuto. Ma “non è un rimpianto, forse poteva esserlo da giovane… andavo allo stadio da raccattapalle o in panchina, giocare in quello stadio con quella maglia mi avrebbe fatto piacere. Poi non è successo e fa niente, mi hanno insegnato come fargli gol”. Le giovanili rossonere, poi un po’ di Serie C ed il salto in B con l’Empoli. Due anni, 30 gol ed un trolley all’imbarco spedito verso il Middlesbrough. Lui, che tanto social non è, ha infranto le “sue” regole pochi giorni fa per celebrare su instagram la festa promozione del Boro: “Sono molto contento, rivedere le immagini della festa mi riporta indietro di tanti anni. Sono molto passionali, molto caldi. Ti fanno sentire il loro affetto e ti danno carica quando sei in campo. Sono felice che siano tornati in Premier, è una bella realtà. Una Coppa UEFA sfiorata, una Coppa d’Inghilterra… grandi soddisfazioni mi sono tolto lì”.
Ad Empoli le soddisfazioni si chiamano gol: tanti, da quando è tornato nel 2012. Tre anni di B, una salvezza “miracolosa” contro il Vicenza e poi la cavalcata verso la A. Mentre la famiglia a casa cresceva: una moglie, sposata nel 2013, e due figlie, 4 e 2 anni. Altro? “Il campo di Empoli, per me è tutto qui”. Qui dove ha costruito un rapporto speciale con Fabrizio Corsi, anche se “a volte abbiamo anche litigato ma c’è grande stima”; qui dove, chissà, il dopo-Giampaolo potrebbe essere fatto in casa. Giovanni Martusciello? “Il rapporto con lui va oltre il calcio, è stato importantissimo in questi 4 anni a livello di gruppo per noi giocatori. E’ cresciuto molto anche lui, non so se potrà farlo ma se dovessi scommettere su di lui lo farei”. E se il futuro dell’Empoli, un giorno, fosse Maccarone in dirigenza? “Sicuramente accetterei perché quello che so fare è in questo mondo, ma se farò qualcosa in futuro farò qualcosa che mi piace. Non una cosa fatta male, se mi daranno l’opportunità… lo farò volentieri al 100%”. Ma a smetterci non ci pensa neanche, anzi: “La vivo serenamente, finché riesco a stare bene fisicamente giocherò. Quando qualche giovane mi ruberà la palla più spesso, ci penserò a smettere”. Intanto la classe ’70 del gol italiano però lentamente se ne va: Toni, Di Natale, Totti, Pellissier… “Loro sono più vecchi di me – scherza Maccarone – io ho ancora tempo. Toni dirigente? Non lo so, dipende da lui. Totti agli Europei? E’ sempre un valore aggiunto, anche in dieci minuti ti dà qualità. Totò ad Empoli? Non lo so, il presidente disse che saremmo troppo vecchi davanti. Da una parte ha ragione, abbiamo bisogno di gente giovane e di vecchi siamo già abbastanza”. Sulla carta d’identità forse sì, lo spirito dice di no. A tutto gol, a tutta birra (come l’esultanza “nata per caso” a Bologna): la vita di Big Mac va così. Sorrisi, Empoli, felicità: 50 sfumature di Maccarone, 50 sfumature di azzurro.