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Essere simbolo: Tanner Tessmann, l’equilibratore di Venezia

Nel calcio, come nella società, ci sono personalità diverse. Giocatori che si distinguono che sono qualcosa d’altro. Per caratura, carattere, qualità e responsabilità. Calciatori che per loro natura sono destinati a significati più alti. Sono nati per quello. Figure capaci di essere guida e riferimento per i compagni. In grado di essere costanti nel quotidiano, unici nell’esaltarsi nei momenti di pressione e difficoltà. Sono diversi, appunto. Elementi che regolano e condizionano l’equilibrio di un sistema. Tanner Tessmann è (anche) questo nel e per il Venezia. Il classe 2001 è equilibratore e simbolo di quel sistema. I gol del 2-1 contro la Sampdoria, la rete che ha segnato la rimonta contro il Parma. Ma non solo. Ci sono le prestazioni, c’è il suo essere leader  tecnico e morale, c’è la sua volontà di continuare e credere nel progetto Venezia, nonostante le chiamate dalla A e dall’estero. 
Partito dagli Usa per affermarsi nella “città  sul mare”. Intelligenza e visione. Sfumature e prospettive di un equilibratore. L’equilibratore di Venezia.

 

Football

Gestore del gioco. Pensa calcio, ne conosce tempi e spazi. E pensare che fino a qualche anno fa sarebbe potuto diventare un giocatore di football… americano. Ancora negli States ha l’opportunità di giocare come kicker per la Clemson University, tra i college più importanti. L’alternativa? Firmare per la MLS e il FC Dallas e scegliere il calcio professionisti al posto del grande football universitario e di una potenziale carriera nella NFL. 
Un’offerta, quella della Clemson, arrivata prima e scelta tra le altre università. Poi arriva quella dell’FC Dallas: “Era quello che stavo aspettando da tanto tempo ed il sogno è diventato realtà”. Nel febbraio 2020 la prima in MLS, nel gennaio 2021 l’esordio in nazionale maggiore, entrando dalla panchina nella vittoria per 7-0 su Trinidad e Tobago. Il 15 luglio un biglietto aereo solo andata per l’Italia e la Serie A. Un aereo e… un vaporetto. La destinazione è facile da intuire. Città elegante, il mare come base e sfondo insieme, profumi di gondole e calli. In silenzio, senza clamore. Un ruolo conquistato nel tempo. 

 

 “Ho lavorato sodo tutti i giorni, due volte al giorno, prendendomi cura del mio corpo, circondandomi delle persone giuste: si tratta di lavoro più che di ‘salto’. Ogni giorno mi allenavo con il pensiero di voler arrivare in Europa e giocare in uno dei 5 campionati più importanti, ed oltre a questo mi ponevo anche obiettivi quotidiani, come quello di svegliarmi la mattina e dare il massimo durante la giornata. Ho sempre pensato a migliorare me stesso e ad aiutare la squadra per cui gioco, e poi le cose accadono di conseguenza”, aveva affermato ai canali ufficiali del club. Questione di mentalità. 

La conoscenza del calcio italiano, la crescita nel suo habitat, il centrocampo, la svolta con Vanoli. Determinante la fiducia dimostratagli dall’allenatore. E non solo. Decisivo anche il ds Antonelli per la sua permanenza in estate. Idee comuni, un progetto da condividere, ambizioni da vivere. 

 

Essere simbolo

Valori importanti alla base. Fondamenta essenziali per essere… uomo. Per essere Tessmann. Il legame con la famiglia, gli amici e con il cristianesimo. “Tutto ciò di cui ho bisogno”. Princìpi semplici, non scontati. Radici di una profonda maturità raggiunta nonostante la giovane età. Tessmann a Venezia è, giorno dopo giorno, quel giocatore. Quel giocatore che è qualcosa d’altro e va oltre il “solo” campo. È la delicatezza del tocco del gol contro il Parma. È intelligenza tattica e conoscenza del gioco. È interdizione e impostazione. Ma non solo. Il suo è un essere equilibratore e collante di un intero sistema. Nella squadra di Vanoli ha trovato la sua “dimensione a centrocampo”. È colui che dirige i tempi e regola la velocità. Lega i reparti e guida a testa alta. Un essere riferimento che si trasporta anche fuori dal campo. Giocatore capace di disegnare un fil rouge tra gli Stati Uniti, paese d’origine suo e di Duncan Niederauer, proprietario del club, e Venezia, intesa come squadra, città e tifosi. 8700 km uniti dalla sua traiettoria. 
Sguardo sincero, volto pulito. Eleganza, consapevolezza, forza emotiva. Espressione perfetta di Venezia e del Venezia. Essere un simbolo. 

 

Una vittoria… made in USA

Una vittoria a stelle e strisce. Del legame tra Venezia e gli USA abbiamo parlato prima. Un legame che ha trovato immagine anche nella partita contro il Parma. Due dei tre gol portano la firma di statunitensi: Tessmann e Busio. Arrivato anche lui nell’estate del 2021 dallo Sporting Kansas City, sportivamente parlando ha tre passioni: i Rockets nel basket, i Panthers in Nfl e l’Inter nel calcio. 
Un “ritorno” a casa per lui, viste le origini bresciane. In questa stagione il cambio di marcia. Approccio nuovo, “presenza” vera in mezzo al campo. Con il Parma con un inserimento il gol del momentaneo 1-0. Poi ci ha pensato il suo connazionale a realizzare la rete del vantaggio. Una vittoria Made in USA.

Nicolò Franceschin

Nato nel 1997 tra Milano, Como e Lecco. Laureato in Giurisprudenza, ma ai codici ho preferito una penna. Cresciuto con Maradona (il calcio), ma anche Ronaldinho e Sneijder. Il fascino del numero 10. Credo nella forza delle parole. Verità e narrazione. In giro in macchina per stadi, campi e strade alla ricerca di nuovi colori da scrivere, perché ognuno ha una sua sfumatura. Le note del telefono che si riempiono di storie, alcune il cui finale è ancora tutto da scrivere. Una di queste è la mia. Raccontare emozioni e dare voce a chi non ce l’ha.

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