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Esperienza e appeal internazionale: il Palermo riparte da Mijatovic vice-presidente. E quando elogiò Vazquez e Quaison…

Esperienza, carisma e appeal internazionale. Il Palermo riparte da Predrag Mijatovic, proprio così. Sarà lui, infatti, il nuovo vice-presidente rosanero con pieni poteri anche nell’area sportica e tecnica. Una figura non nuova anche per Barros Schelotto, il nuovo allenatore del Palermo. I due, infatti, ieri hanno anche assistito dal vivo al match perso contro il Genoa.

Esperienza, dicevamo. Sì, perché il presidente Zamparini comunque non dimentica che c’è una salvezza da raggiungere ma guarda anche al futuro. E la figura di Mijatovic è l’ideale per questo momento rosanero. Può, infatti, oltre a coadiuvare e mettere ordine al puzzle che sembra essersi creato nella confusione del momento, anche aiutare il Palermo a ritrovare quel fascino internazionale perso negli ultimi periodi.

Schelotto è una figura importante in Argentina, Mijatovic – vincente di natura – lo è in tutto il mondo. E il curriculum parla per lui: oltre ai vari trofei vinti da calciatore e la carriera da direttore sportivo del Real Madrid, il montenegrino conosce bene anche l’Italia visti i tre anni alla Fiorentina.

La città è pronto ad accoglierlo, lui che l’ha già visitata nel recente passato: in qualità di “ambassador” per la “UEFA Champions League Trophy Tour 2012/13”, infatti, Mijatovic è stato a Palermo insieme all’ex Juventus Angelo Di Livio. Era l’ottobre del 2012, e in quella occasione ebbe anche l’opportunità di salutare Fabrizio Miccoli che rappresentò la squadra. Il Palermo, però, non lo ha mai incontrato da avversario. Eppure lo conosce bene, come confessato a settembre a Sky Sport: “Vazquez e Quaison – disse – mi piacciono. Possono fare la differenza. Lo svedese è giovane ma di qualità, ha giocato in tutte le posizioni del centrocampo, ma credo che deve giocare come mezza punta perché ha tutto: tiro, passaggio, assist. Vazquez lo conosco bene: anche lui fa la differenza”. E ora avrà la possibilità di coccolarli da vicino, il Palermo lo aspetta.

Gianluca Di Marzio

Ci ho messo più di trent'anni per tornare dove sono nato. Non conoscevo le strade, non sapevo a memoria le vie, ricordavo solo il nome della clinica -Villa Stabia- dove mia madre mi aveva dato alla luce. Più di trent'anni sì, non proprio un figlio modello per la mia città, Castellammare di Stabia, una trentina di chilometri da Napoli. Lì sono nato il 28 marzo del 1974, sono Ariete per gli amanti dei segni zodiacali, non chiedetemi l'ora e comunque non sono un fanatico degli ascendenti.

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