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​Esordio a Marassi, prima gioia in A e rosso finale: la ‘pazza’ domenica di ‘Cuti’ Romero

L’esordio a Marassi, la prima gioia in A e il rosso finale: eccola qua la pazza domenica di Cristian Romero, da Cordoba a Genova, nel giro di tre mesi nuova stella del Genoa targato Juric. Prima nella sua nuova casa quasi perfetta per il difensore argentino, unica nota stonata di uno spartito perfetto il rosso che ha lasciato il Grifone in dieci al 74’: entrata troppo decisa su Pussetto, arbitro che tira fuori il cartellino giallo. É il secondo, doccia anticipata, per colpa di quella troppa irruenza sulla quale il ragazzo ha dovuto lavorare già ai tempi del Belgrano – continuerà a farlo anche a Pegli – ma che non cancella la seconda buonissima prestazione di un ragazzo che sulla carta d’identità ha scritto 1998.

Vent’anni, giovanissimo, con due prime (tre contando l’esordio tra i grandi con il Belgrano) già alle spalle da vero e proprio predestinato. “Ha qualità enormi, è molto giovane, arriva da un campionato completamente diverso: – così il compagno di squadra Biraschi a fine gara – dovrà migliorare sull’esperienza, ma ha tutte le qualità per diventare un campione”.“È giovanissimo, sta dimostrando di avere tutto per fare bene” gli fa eco l’altro uomo gol di giornata di casa Genoa Romulo, oggi come Cristian alla prima rete maglia rossoblu sulle spalle.

I complimenti più ‘importanti’, però, arrivano dalla sala stampa del Ferraris. “Io ci voglio puntare. Quello di oggi un errore di gioventù? Lo sappiamo tutti, ma Romero ha tutto per diventare un difensore forte e dobbiamo essere contenti di quello che sta facendo” così Juric a fine gara. Parole dolci per chi in soli settantaquattro minuti ha vissuto un’altalena di emozioni: nessun notte insonne prima della gara, che avrebbe giocato Cristian lo aveva capito già dal fischio finale di Torino.

Oggi, dopo l’esordio da brividi contro CR7, maglia da titolare per il numero 17 rossoblù alla prima a Marassi e subito gol di testa sotto alla Gradinata Nord: rete del momentaneo vantaggio per il talentino scoperto nel 2014 in Argentina da Ciro Palermo – figlio di Paolo, agente tra gli altri anche dell’ex rossoblù Armando Izzo – suo agente che ne cura gli interessi, durante un torneo giovanile a cui partecipava il Belgrano e sul quale il Genoa ha posato la prima volta gli occhi al Viareggio del 2016. Boca, Racing, Villareal, Valencia. E poi Shakhtar Donetsk, Siviglia, l’Atletico del Cholo.

Tutti pazzi per Cuti, soprannome datogli da uno zio e diventato dentro e fuori dal campo il ‘suo’ nome: tra i tanti anche il Genoa di Preziosi, che batte la concorrenza di tutti e dopo averlo inseguito per due anni porta a casa l’argentino per due milioni di dollari. Il resto è storia recente: l’arrivo nel ritiro di Neustift a metà luglio, l’infortunio, gli allenamenti in solitaria e le partite con la Primavera. Una settimana fa l’esordio in A contro la Juventus, si arriva ad oggi. Diciassette sulla schiena, in campo dall’inizio, primo gol in Serie A a far esplodere il Ferraris. Un colpo di testa per prima gioia italiana, in questa incredibile pazza domenica di emozioni del Cuti Romero.

Marco Bovicelli

Nato a Genova il 26 novembre del 1979, mi laureo nell'Università della mia città in Scienze della Formazione. Inizio a raccontare di pallone nel 2012 nella trasmissione "Goal Sera", sull'emittente ligure Telenord (anche se leggende metropolitane mi vogliono, microfono in mano davanti alla tv, a fare telecronache già all'età di cinque anni). Ho collaborato in qualità di redattore con fantagazzetta.it e ilpubblicista.it (testata online e cartacea con la quale lavoro tuttora). Giornalista pubblicista dal 2014, metto parole ed emozioni su Gianlucadimarzio.com dal novembre del 2013, per il quale ho iniziato seguendo quotidianamente la Sampdoria oltre a Genoa, Savona ed Entella. Sempre in viaggio, nella mia borsa non possono mancare penna, tablet e un buon libro.

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