Categories: Interviste e Storie

“Ero un esterno, ora segno da attaccante”: la Virtus Francavilla vola sulle spalle di Saraniti

“Si legge Saraniti, con l’accento sulla I e non sulla A. Ormai ci ho fatto l’abitudine”. La puntualizzazione scherzosa con la quale Andrea Saraniti, attaccante 29enne della Virtus Francavilla, apre l’intervista rilasciata a gianlucadimarzio.com dice tanto sul carattere di questo attaccante nato a Palermo nel 1988, passato tra i professionisti in serie C con le maglie di Sorrento, Sangiustese e Vibonese e approdato a Francavilla Fontana in estate. Galeotto fu… un matrimonio, il suo: “Era luglio ed ero in viaggio di nozze in crociera ed eravamo in Croazia – racconta Andrea – quando ho ricevuto una telefonata dal direttore sportivo. La comunicazione però si interruppe più volte e non capii bene se si trattasse della Virtus Francavilla o del Francavilla in Sinni (serie D, ndr)”. Mistero sciolto due giorni dopo: “Al rientro in Italia, a Venezia, il mio agente Giuseppe Piraino mi chiamò dicendo che l’affare era definito”. Un salto nel buio: “Non conoscevo cifre e condizioni”. L’ok a busta chiusa prima dell’arrivo in Puglia: “All’approdo a Bari il direttore sportivo Domenico Fracchiolla voleva venire a trovarmi per firmare – ricorda con il sorriso – e io di tutta risposta avevo chiesto di posticipare di qualche giorno”. Per godersi la parte finale del viaggio di nozze. Missione riuscita? No. “Ho trovato il ds e il mio procuratore in hotel a Gallipoli. Lì ho firmato, contento di prendere parte a un progetto così serio”.

Quinto posto nello scorso campionato, il primo tra i professionisti, sesto oggi dopo 14 turni di campionato: la Virtus Francavilla vola sulle ali dell’entusiasmo, e dei gol di Saraniti, già 6 in 12 partite giocate. “Anche l’anno scorso avevo realizzato 6 reti nel girone di andata, ma quasi tutte verso la parte finale – sorride Saraniti – quest’anno ho più continuità. Essere così in alto con nomi come Caturano, Di Piazza e Genchi è un motivo di orgoglio”. Orgoglio, di fronte all’ansia di rimpiazzare un calciatore come N’zola, migrato in direzione Carpi dopo una grande annata: “Forse i tifosi si aspettavano un grande colpo al suo posto e al mio arrivo qualcuno ha storto il naso – sottolinea Andrea – c’era più di qualche scettico e devo essere solo grato a compagni e mister”. In panchina Gaetano D’Agostino, classe 1982: “E’ giovane, preparato e umile, ascolta anche i consigli dei calciatori pur decidendo sempre da solo – lo definisce ‘Sara’, come i compagni lo chiamano per brevità in campo – quando mi ha visto mi ha detto che avrei dovuto cambiare modo di giocare. Meno battaglia lontano dall’area, più presenza negli ultimi 16 metri”.

Messaggio recepito. A differenza di quanto avvenuto tanti anni prima, quando Andrea era adolescente. “Giocavo a tennis e a calcio, me la cavavo anche bene”. Il momento della scelta è arrivato quando i suoi genitori gli hanno chiesto di scegliere, per assenza del tempo adatto: “E io ho scelto il calcio, mia madre si è inc*****ta. Ha anche buttato la racchetta (ride, ndr). Cosa mi è rimasto del tennis? La concentrazione e il sacrificio. Nel calcio sei lontano da casa, ma hai il gruppo dalla tua. Nel tennis, invece, sei da solo”. E da solo, Saraniti ha macinato chilometri: 11 maglie cambiate in 11 stagioni. Solo a Vibo Valentia sono rimasto per due anni. Non avevo mai giocato o firmato più di un anno per la stesa squadra. Sono tornato solo ad Agrigento ma a distanza di sette anni. Per questo il team manager del Città di Messina lo definiva “lo zingaro siciliano”. Soprannome che a Saraniti “non piace molto, infatti quasi nessuno mi chiama così”. Nomade lo è, ma dell’area di rigore. E pensare che all’inizio della carriera era un esterno offensivo: “Già, in occasione di un trasferimento ad Agrigento, nel 2006, il mio agente di allora Pietro Liberti (scomparso da quasi due anni, “ogni rete è dedicata a lui”) mi disse che loro cercavano un attaccante centrale. Mi presentai così all’allenatore Mimmo Bellomo, e ha funzionato. Come? Ho iniziato a fare gol”. All’Akragas arrivava dal Trapani, prossimo avversario sabato: “Sarà una trasferta complicata, ma noi possiamo giocare liberi mentalmente, sapendo che il nostro obiettivo è la salvezza. A Trapani sono stato per due mesi nell’estate 2006, mi è spiaciuto non riuscire a emergere lì. Se dovessi fare gol? Esulterei, ma non per mancanza di rispetto verso l’avversario. E’ il mio lavoro”.

Luca Guerra

Nato un anno prima della caduta del Muro di Berlino, mi piace rompere gli schemi dell'informazione. Laureato in Scienze della Comunicazione, giornalista pubblicista, scrivo quando e in ogni modo possibile: il sedile di un treno o il banco di un fast-food sono ottime scrivanie alternative. Il giornalismo la passione di una vita, il calcio come stella polare di questa passione.

Recent Posts

Juventus, primo gol per Openda e gol di McKennie: rimonta contro il Bodø/Glimt

Primo gol per Openda Primo gol del giocatore belga e raddoppio di McKennie: rimonta della…

5 minuti ago

Chelsea-Barcellona, blaugrana in 10 prima dell’intervallo: espulso Araujo

La squadra di Flick resta in inferiorità numerica a pochi minuti dall'intervallo: doppio giallo e…

23 minuti ago

Napoli, il ricordo dello stadio per Diego Armando Maradona: sciarpe al cielo al 10′

I tifosi del Napoli hanno ricordato Diego Armando Maradona in occasione della sfida contro il…

46 minuti ago

Juventus, Chiellini: “Una vittoria stasera ci darebbe un bello slancio”

Le parole di Giorgio Chiellini prima del fischio di inizio tra Bodø/Glimt e Juventus. Manca…

2 ore ago

Napoli, Conte: “Lang e Neres? Bisognava dare fiducia. Dispiace per l’infortunio di Gutierrez”

Le parole di Antonio Conte e Giovanni Manna ai microfoni di Sky Sport prima del…

2 ore ago

Juventus, Spalletti: “Tutte le occasioni sono giuste per tirarci fuori dalla mediocrità”

Luciano Spalletti (imago) Le parole dell'allenatore della Juventus Luciano Spalletti in vista del match di…

2 ore ago