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“Javier? Come in campo, un rompic…”. Bruno & Chevanton, una famiglia nel pallone con gli Insuperabili nel cuore

Un genero e un suocero, un attaccante e un difensore. Una cena di famiglia o una partita di pallone. Oppure il mix perfetto tra le due cose: Javier Chevanton, 36 anni, e suo suocero Pasquale Bruno, 54, alla serata di beneficenza organizzata dall’Heffort Sport Village, la società di Parabita creata dall’imprenditore Fabio Vinci, nella quale i due ex giocatori insegnano il loro calcio ai giovani, anche ai più… Insuperabili.

Javier e Pasquale hanno fatto una scelta di cuore, sostenendo – come l’altro ospite della serata, Giuseppe Torromino – proprio l’Asd Insuperabili, società che ha regalato ai ragazzi disabili di tutta Italia l’opportunità di conoscere e praticare lo sport più bello del mondo. E che, a partire da quest’anno, ha accolto anche trenta ragazzi salentini. Chevanton e Pasquale sono uniti da Sandra Bruno, moglie dell’uruguagio, e separati, invece, dal prato verde: i guizzi di Cheva da una parte, i tackles di Bruno dall’altra. Punta e stopper non sono mai andati a braccetto.

“Pasquale, com’è Javier in famiglia?”. “Come in campo! Un rompi…”. Risposta secca, l’ Animale – come lo chiamavano i suoi tifosi – non ci ha pensato su un attimo. Dall’altra parte, pensieri e parole sul suocero non possono che essere cortesi: “Sembra cattivo come lo era in campo, però vi assicuro che in realtà è buonissimo!”, dichiara Chevanton ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Can che abbaia non morde. “Quando però lo vedo allenare – continua l’uruguagio -, allora sì che mi rendo conto di quanto sia competitivo; sulla panchina si scatena come un matto!”. Gli Esordienti affidati a Pasquale, gli Allievi in mano a Cheva: lo spettacolo è servito.

Sono in forma eccezionale. Il suocero macina centinaia di chilometri ogni settimana in sella a una mountain bike, per preparare l’ennesima partecipazione alle fatiche di Sellaronda Hero. Il genero continua ad allenarsi in palestra: “Sono in condizioni fantastiche, potrei ancora giocare…”, fa Javier. Dal calcio dei giovani al calcio dei grandi, rivolgono lo sguardo da allenatori e si scoprono in sintonia. Nessun dubbio su chi sia la più forte in Serie A, poche perplessità anche sulla rivale per la corsa al titolo: “La Juve è un gradino più in su, ma la Roma può tenere testa ai bianconeri”. E le sorprese del campionato? Cheva e Pasquale guardano con affetto al loro passato. “L’Atalanta può ripetere l’impresa compiuta dal Sassuolo lo scorso anno”, dice l’uruguagio, sei mesi alla Dea nel 2010. “Il Toro anche può puntare all’Europa: sarebbe un risultato importante per la società”, risponde invece Bruno, in granata per tre stagioni dopo l’esperienza con la Juventus.

Proprio in bianconero, Pasquale venne soprannominato “Animale”, per via dei suoi interventi duri e della grinta che lo distingueva. Oggi difensori come lui sono molto rari: “È ovvio! Non li farebbero giocare, il calcio non è più quello di una volta. La Serie A – spiega Bruno – non è più un campionato fisico e scarseggia anche di competitività”. Qualcuno, però, svolge ancora il mestiere come si faceva un tempo: “Godin – continua Pasquale – è il numero uno a livello mondiale”. Anche Chevanton premia il suo connazionale. “E in Italia quale è il difensore migliore?”. Lo sguardo di Cheva si incrocia, sorridente, con quello del suocero: “Secondo me, è Bonucci”. “Certamente! -, interviene Bruno -. Nel nostro campionato lui e Chiellini giocano bene. È in Europa, però, che si valutano le qualità di un giocatore e lì… Insomma, abbiamo visto quanto Bonucci vale veramente”. Dalla rudezza di Bruno all’eleganza di Bonucci, vero regista arretrato: il cambio generazionale è avvenuto anche in bianconero. Passano gli anni, cambiano i calciatori. Ma la passione per questo sport rimane sempre la stessa: oltre ogni fede, oltre ogni colore, oltre ogni ostacolo, anche il più… Insuperabile.

Francesco Calvi

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