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Sven Goran Eriksson sarà all’Olimpico per Lazio-Sassuolo

Il saluto a chi ha scritto la storia, una delle più belle insieme a quella del ’74. Sven Goran Eriksson per i tifosi della Lazio è l’uomo che li ha portati in cima al mondo. Nel 1999, infatti, i biancocelesti avevano vinto la Supercoppa UEFA contro il Manchester United degli invincibili ed erano arrivati al primo posto nel ranking UEFA. Alla fine di quella stagione, l’annata 1999-2000, poi, Nesta e compagni erano riusciti anche a fare il double italiano: Scudetto e Coppa Italia. La Lazio ha deciso di invitarlo per la gara contro il Sassuolo, ultimo turno di Serie A, per fargli dare da tutti i tifosi biancocelesti l’abbraccio che merita. 

 

L’annuncio della malattia e tutti i club che lo hanno invitato

Quattro mesi fa Eriksson in un’intervista aveva fatto un drammatico annuncio: “Ho il cancro, mi resta circa un anno di vita“. Da quel momento il mondo del calcio si è stretto intorno a lui e tanti club in cui ha allenato lo hanno invitato allo stadio, come il Benfica o la Sampdoria.

 

 

Lo svedese, inoltre, nel corso della carriera aveva dichiarato di sognare di allenare il Liverpool. I Reds, tramite i tifosi e lo stesso Klopp hanno fatto di tutto per averlo ad Anfield. I tifosi avevano fatto una petizione per averlo in panchina e l’allenatore tedesco aveva dichiarato che gli avrebbe volentieri lasciato il posto per un giorno: “Eriksson è il benvenuto, può prendere il mio posto per un giorno“. Alla fine l’ex Lazio è riuscito a coronare il suo sogno nella gara di beneficenza tra le leggende di Liverpool e Ajax.

Il ritorno all’Olimpico

Eriksson era già stato all’Olimpico a vedere il derby tra Roma e Lazio nel marzo 2023. In quel caso i tifosi biancocelesti gli avevano dedicato cori a applausi. Il legame con lo svedese, naturalmente, non può che essere indelebile. 

 

 

Nel weekend del 26 maggio, in cui ci sarà Lazio-Sassuolo, i tifosi biancocelesti dimostreranno tutto il loro amore allo storico allenatore. Sarà un’altra giornata di festa e di passione, come successo non più di una settimana fa con il tributo per i protagonisti della Lazio del ’74.

Giuseppe Vignola

Classe 2001, ho sempre pensato che la gioia che può dare il calcio è imparagonabile a tutto il resto. Questa mia tesi, che può sembrare assurda, è stata avvalorata da un premio Nobel, Albert Camus, che disse: “Non c’è luogo in cui un uomo sia più felice che in uno stadio di calcio”. La felicità in uno stadio come tifoso l’ho provata, come calciatore non succederà mai, spero che quella da giornalista sia il mio futuro.

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