Un Campione con la "C" maiuscola. Lettera ricorrente, ultimamente, nell'alfabeto dell'Inter. Perché l'universo nerazzurro è tutto focalizzato verso la "C". Di Conte (Antonio), di Centrocampista, di Campione e… di Christian. Già, Eriksen. Climax ascendente che porta dritto al danese, una nuova freccia nell'arco dell'ex Ct dell'Italia. Forse proprio il tassello che mancava in un mosaico che, da giugno in avanti, è stato composto a immagine e somiglianza di Antonio Conte. Per puntare in alto, verso quello Scudetto che manca dal 2010 e che, dopo 8 anni consecutivi di egemonia bianconera, è un vero e proprio obiettivo. Anche se la domanda ricorrente, ora, è: "Dove giocherà il nuovo acquisto dell'Inter?".
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Premessa dovuta, obbligatoria, quando si parla di Christian Eriksen: è un trequartista, uno di quelli che sa fare la differenza. Visione di gioco, qualità, giocate. E quei tocchi che, da soli, valgono il prezzo del biglietto, sanno far sognare i tifosi. Definizione perfetta di… Campione, DNA da gioiello assoluto nel centrocampo dell'Inter. Perché sì, giocherà lì. In mezzo al campo, dopo l'infortunio di Sensi, Conte ha alternato diversi giocatori: Gagliardini, Vecino, Borja Valero, oltre agli altri due titolari Brozovic e Barella. Eriksen va oggettivamente ad accrescere, innanzitutto, l'aspetto tecnico, ma anche quello di carisma e capacità di giocare partite che contano.
Un'esigenza abbastanza conclamata, dunque, quella di trovare una mezz'ala di qualità che potesse innalzare il rendimento offensivo della squadra. Ed eccola, quindi, la soluzione trovata dall'Inter: anticipare la concorrenza di sei mesi e portare in nerazzurro, a prezzo ridotto rispetto al reale valore del calciatore, Christian Eriksen dal Tottenham.
Risposta scontata, dato che Eriksen, proprio al Tottenham, ha collezionato 76 presenze da mezz'ala sinistra (ruolo a oggi di Sensi) e 51 da mezz'ala destra (dove gioca Barella). Insomma, non una novità, cui si unisce un fattore da non sottovalutare: i Campioni, quelli con la "C" maiuscola, possono stare più o meno dappertutto. E quel dappertutto, nelle idee di Conte, dovrebbe essere proprio interno di sinistra, con Sensi jolly in panchina da utilizzare a gara in corso. Brozovic è imprescindibile, le caratteristiche di Barella in fase di rottura sono uniche, ecco perché potrebbe essere proprio Sensi a cedere il posto a Christian Eriksen.
L'Inter di Conte, nella prima parte della stagione, ha fatto intravedere lampi di bel gioco uniti a corsa e idee. Meccanismi oliati in breve tempo e perfezionati, al netto di infortuni e squalifiche, tra allenamenti e partite. Leggasi, tra le righe, l'intesa Lautaro-Lukaku, o le uscite palla al piede viste a più riprese da agosto in poi. Eriksen non sarà nient'altro che la ciliegina sulla torta, quel fattore differenziante che, in partite equilibrate contro squadre chiuse, permetterà di puntare sempre e comunque alla vittoria. Cruccio di Conte, con la testa verso l'alto, verso l'obiettivo Scudetto. Con un Campione in mezzo al campo a duettare con la coppia d'attacco Lu-La, alleggerendo, e non poco, i compiti di costruzione di Marcelo Brozovic. Il croato, infatti, sarà il primo a beneficiare dell'innesto di Eriksen.
Chi invece dovrebbe perdere lo status di titolare è Sensi. Almeno, in teoria, anche se l'opzione Sensi-Brozovic-Eriksen non è tutta da scartare. L'ex Sassuolo, così come Barella e Gagliardini, offrirebbe una variabile tattica non indifferente, ossia la possibilità di alzare la posizione del danese dietro alle due punte. Da 3-5-2 a 3-4-1-2, numeri che lasciano il tempo che trovano, ma che possono servire a mettere in chiaro che la collocazione in campo di Eriksen è destinata a diventare un ibrido tra interno e trequartista. A seconda della fase di gioco, del risultato, dell'avversario.
Ebbene sì, Conte ha già tentato una soluzione simile. Con una punta sola, ma con due giocatori offensivi a supporto. 14 settembre 2019, Inter-Udinese 1-0. Gol di Stefano Sensi, impiegato nel ruolo di rifinitore di sinistra in un 3-4-2-1 con Politano e Lukaku a completare l'attacco. In mezzo al campo, allora, Barella e Brozovic. Un test? È possibile. La certezza, a oggi, è una sola: con Eriksen, l'Inter, batte un colpo eccezionale per tempismo, costi e potenziale tecnico. Un vero e proprio affare. Per la gioia di Conte, con un'arma in più nella lotta Scudetto. Christian da Antonio, Eriksen da Conte. Per puntare in alto.
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