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Le gioie col Leicester e la Conference col Chelsea: Enzo Maresca, da regista a leader in panchina

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Enzo Maresca, allenatore del Chelsea (Imago)

Dopo aver riportato il Leicester in Premier, Enzo Maresca conquista il suo primo titolo europeo.

“Il mio consiglio: dategli tempo. Tutti gli allenatori ne hanno bisogno. Non so se il Chelsea sia il posto giusto per farlo, ma dategli tempo e funzionerà”. Pep Guardiola parlava così di Enzo Maresca pochi mesi fa. Un amico, compagno, discepolo dello spagnolo che per un anno ha avuto modo di collaborare con lui all’interno del proprio staff tecnico. Ma quando nasce la loro amicizia? Parlando ovviamente di calcio, quando Guardiola era il faro del centrocampo del Brescia di Carlo Mazzone.

Maresca aveva l’Inghilterra nel destino. Dopo le giovanili di Milan e Cagliari, arriva l’opportunità West Bromwich con cui gioca per circa un anno e mezzo. Poi Malaga, altra tappa fondamentale della sua carriera dove gioca dal 2010 al 2012. In panchina c’è Manuel Pellegrini, oggi allenatore del Betis e avversario nella finale di Conference League persa proprio contro il suo allievo. Il cileno è stato importante per il suo percorso manageriale: nel 2018, Maresca diventa allenatore in seconda del West Ham e sempre a Malaga, in occasione di una gara col Barcellona, avviene uno dei primi incontri con Guardiola.

Maresca ha poi avuto modo di studiarlo da vicino a Manchester quando è diventato l’allenatore della squadra U23 del City, condotta per la prima volta alla vittoria della Premier League 2. Pep non ha poi avuto troppe esitazioni nel chiamarlo vicino a sé quando il suo vice, Juanma Lillo, ha accettato l’offerta dei qatarioti dell’Al-Sadd. E da lì in poi, la carriera di Maresca è decollata.

Tanta gavetta e insegnamenti hanno portato alla chiamata del Leicester. Impatto straordinario alla guida delle Foxes visto il ritorno in Premier League dopo la retrocessione dell’anno precedente. Maresca ha portato stabilità e identità tattica, rendendo il Leicester la squadra più dominante della Championship. Tra i suoi meriti anche quello di aver valorizzato tanti calciatori, come ad esempio Harry Winks, Stephy Mavididi, Ricardo Pereira e Mads Hermansen. In sintesi: Maresca ha ricostruito un club in crisi portato un’identità tattica chiara.

L’opportunità Chelsea e il successo in Conference League

L’ottimo lavoro di Maresca sulla panchina del Leicester non è passato di certo inosservato, tanto da attirare a sé l’interesse del Chelsea. Una scelta finora azzeccata quella del club londinese: Maresca ha intrapreso un percorso di rinnovamento cercando di implementare una filosofia di gioco chiara e valorizzare i giovani talenti (in primis Levi Colwill e Tosin Adarabioyo).

Nonostante le difficoltà iniziali, Maresca ha mostrato determinazione nel mantenere la sua filosofia di gioco e ha mantenuto un approccio basato sul gioco di posizione, enfatizzando il possesso palla e la costruzione dal basso. Ha insistito sulla coerenza tattica, sottolineando l’importanza dell’identità di squadra.

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Enzo Fernandez, Chelsea (Imago)

Il rapporto tra Enzo Maresca e Manuel Pellegrini

Il rapporto tra Manuel Pellegrini e Enzo Maresca è stato caratterizzato da una profonda stima reciproca e da una collaborazione che ha segnato le rispettive carriere. Maresca ha avuto modo di lavorare con Pellegrini si come calciatore al Malaga dal 2010 al 2012 e successivamente come vice allenatore al West Ham dal 2018 al 2019.

Nonostante percorsi opposti, il legame tra i due è rimasto forte, con Maresca che ha spesso espresso il suo rispetto e la sua gratitudine verso Pellegrini tanto da definirlo come un “padre calcistico”. Betis-Chelsea non è stato solamente un confronto tra due squadre, ma anche un incontro tra l’allievo e il suo mentore, un momento significativo nella carriera di entrambi. Maresca si è preso i Blues e Stamford Bridge grazie al suo primo titolo europeo, il decimo nella storia del club londinese. Era destino che il primo trofeo internazionale arrivasse contro il maestro Pellegrini.

A cura di Gerardo Guariglia