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Mwepu, dal ritiro per problemi cardiaci al ruolo nello staff tecnico del Brighton

Il destino s’insinua in ciò che facciamo senza lasciarci possibilità di previsione; spesso regala al talento opportunità insperate, altre volte infrange i sogni sul più bello. Qualche volta fa entrambe le cose nell’arco di una stessa esistenza umana.

Avrà pensato questo Enock Mwepu, centrocampista zambiano del Brighton che due mesi fa ha annunciato di essere costretto a ritirarsi per un problema cardiaco. La sua storia è un susseguirsi di coincidenze, incontri fortunati, tragedie. Attraversata da doti che hanno portato a etichettarlo come “il nuovo Yaya Touré”, marchiata a fuoco dalle tinte oscure del dramma. 

 

 

Mwepu è nato nel 1998 in Zambia, nell’Africa subsahariana. Tira i primi calci al pallone nel Chambishi FC, squadra locale in cui lo vede per la prima volta all’opera Lee Kawanu. Che è il direttore del Kafue Celtic, una delle squadre più prestigiose del campionato locale. Parla coi genitori di Enock, li convince sul trasferimento al Kafue. Insieme all’amico d’infanzia Chagwe, da cui Enock non si sarebbe mai separato. Al Kafue trova un’altra futura stella della Premier: quel Patson Daka che oggi gioca al Leicester, e che è diventato il primo giocatore del suo paese a segnare una rete in Premier, e ha anche messo a segno una  quadrupletta in Europa League, sul campo dello Spartak Mosca. 

Dai tornei con le under al Salisburgo

Il talento di Enock, centrocampista di contenimento e di qualità, dotato di fisico e piedi buoni, lo porta dritto alle nazionali giovanili. Con cui disputa diversi tornei internazionali: con l’U17 affronta, fra le altre, Brasile e Italia. Kawanu ha raccontato a firsttimefinish: “Il ragazzo si mise in mostra, e io ricevetti offerte. Dalla Russia, ma anche dal Celta Vigo. Una volta mi chiamò anche uno sceicco dal Qatar, ma io volevo di meglio, per Enock, e rifiutammo. Poi arrivò il Salisburgo“.

Eh sì, perché gli uomini della Red Bull hanno occhi ovunque, il loro scouting è tra i migliori al mondo, e quindi andarono in Zambia. Di Enock non sapevano nulla: volevano vedere Daka all’opera. Rimasero però impressionati da quell’instancabile centrocampista, e decisero di … prendere due piccioni con una fava. Il Salisburgo acquistò dal Kafue sia Daka che Mwepu; li mandò in prestito al Liefering (Serie B austriaca), come da normale trafila per chiunque entri nel “giro” Red Bull, e poi se li riprese, facendoli esordire entrambi in Champions League

Il dramma di Chagwe

Kawanu racconta però anche un episodio drammatico, legato al passato, ma ancora indelebile nella mente di Mwepu. Ricordate Chagwe, l’amico d’infanzia? “Avrebbe fatto la stessa strada di Patson e di Enock, aveva talento: la nazionale maggiore zambiana lo chiamò quando aveva ancora 16 anni. Eppure ebbe un terribile incidente. Un truck si ribaltò in strada, lui ebbe una lesione spinale. Rimase paralizzato, e nonostante ciò, e la sedia a rotelle, continuò a seguire i suoi amici in tutte le partite della nazionale. Poi morì per una polmonite, ma è sempre nei nostri ricordi e in quelli dei ragazzi“.

L’addio al calcio di Mwepu

Dopo le ottime prestazioni con Potter e l’arrivo di De Zerbi, due mesi fa la cattiva notizia. Annunciata da Mwepu stesso con un toccante comunicato social: “Un ragazzo di un piccolo paese dello Zambia chiamato Chambishi ha una notizia da condividere […] Alcuni sogni sono destinati a volgere al termine, e quindi con tristezza devo appendere gli scarpini al chiodo“. Nella partita successiva, l’omaggio dei compagni, che hanno indossato maglie in suo onore. 

 

 

Un salto nel buio, per chi come Enock aveva consacrato la vita al calcio, sacrificando anche i suoi affetti personali e l’amore per la famiglia, trasferendosi da ragazzo a centinaia di chilometri da casa. Fino a oggi, all’annuncio del nuovo ruolo all’interno dello staff tecnico del Brighton. Mwepu allenerà l’Under 9, con grande soddisfazione di De Zerbi: “Metterà la sua esperienza al servizio della crescità dei giovani calciatori“. 

Enock ha percorso molta strada, per arrivare da Chambishi alla Premier League, il campionato più competitivo al mondo. Ora ne inizierà un’altra, nuova e sconosciuta. Allenerà i bambini, quelli che come lui cominciano a disegnare il proprio futuro. Nei loro occhi vedrà se stesso, vedrà Chagwe e Patson, e Brighton sembrerà Chambishi. 

 

Andrea Monforte

Classe 2000, monzese (d’adozione), studio Lettere a Milano. Un’indomita ed ereditaria passione per lo sport (calcio, ovviamente, ma anche ciclismo), declinata in “narrazione” tecnica e sentimentale: la critica della complessità come antidoto alla semplificazione. La vaghezza del ricordo personale ha reso l’azzurro del cielo di Berlino 2006 un’indelebile traccia mitologica. Sono nato lo stesso giorno di Ryan Giggs e di Manuel Lazzari, ma resto umile.

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