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Empoli, Zanetti: “Con Caputo ho un feeling speciale. Questo club ha il coraggio di giocare con giovani italiani in un campionato difficile”

L’Empoli si è imposto in casa contro il Lecce per 1-0 grazie al gol su rigore di Ciccio Caputo, il secondo dell’attaccante dal suo ritorno in Toscana. La squadra di Corsi è ora a 31 punti in classifica e la zona retrocessione è distante 12 punti. Al termine della partita, l’allenatore dell’Empoli Paolo Zanetti ha commentato la vittoria della sua squadra.  

L’allenatore dei toscani si è detto molto contento della prestazione dei suoi giocatori: “Noi abbiamo fatto la partita che avevamo preparato. Il primo tempo sapevamo sarebbe stato bloccato, nel secondo tempo poi abbiamo preso il predominio, abbiamo creato occasioni su occasioni e non abbiamo subito nulla. Credo sia una vittoria più che meritata. Vincere questa partita significa tanto e i miei ragazzi oggi sono stati straordinari“.

Empoli, le parole di Zanetti dopo la vittoria sul Lecce

Poi, Zanetti ha aggiunto: “Questa vittoria è importante per il nostro percorso. Non possiamo pensare che l’Empoli possa fare un percorso netto senza sconfitte, l’importante è sapersi sempre rialzare“. 

L’allenatore ha poi parlato di Caputo, che dopo il gol è corso ad abbracciare Zanetti in panchina: C’è un legame importante tra me i miei giocatori, non solo con Caputo. Io li vedo lavorare ogni giorno. Ciccio ha ritrovato il gol ma ha sempre fatto grandi prestazioni, i ragazzi vanno sempre supportati. Tra me e Ciccio c’è un feeling speciale, è importante anche per il futuro“.  

 Zanetti si è poi concentrato sui tanti giovani della sua squadra: “Sono un nostro punto di forza. Giocano perché sono forti, giocatori importanti. Come società abbiamo il coraggio di metterli dentro e di fare un campionato difficile con tanti giocatori giovani e italiani in campo“.  

 Infine, l’allenatore ha parlato dell’inizio in ritardo della partita (leggi qui la notizia):Ho abituato la squadra a non avere mai alibi, neanche questo lo era. Giocare un’ora dopo non può essre un alibi, se lo è vuol dire che c’è un problema. I ragazzi erano concentrati nonostante il ritardo“.

Jacopo Pigliacampo

Classe 2000, aspirante giornalista sportivo con la passione per le statistiche e il fantacalcio. Da piccolo ho sempre preferito i libri al calcio: correre dietro a un pallone era troppo faticoso, meglio leggere e scrivere. La vita, però, a volte fa giri strani. Ora passo le mie giornate proprio dietro al calcio. Giocato? No, sempre meglio scritto.

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