Quando di fronte hai il tuo passato è difficile mimetizzare le emozioni: figurarsi quando contribuisci alla sconfitta della squadra che ti ha lanciato nel calcio che conta. Il pomeriggio di Francesco “Ciccio” Caputo, centravanti dell’Empoli costato circa 3 milioni di euro che oggi pomeriggio si è presentato ai suoi nuovi tifosi al “Castellani” contro il Bari con una doppietta: felino sull’uscita di Micai in occasione dell’1-0, stop e destro a incrociare per il raddoppio. Bis dopo 11 minuti di gioco, patrocinato dal doppio assist di Alfredo Donnarumma. Cortesia restituita in avvio di secondo tempo al nuovo gemello del gol, autore del tris che ha di fatto blindato la vittoria toscana, prima del 3-2 di D’Elia.
Protagonista da bomber, pur con il numero 11 sulle spalle, Caputo non ha nascosto la particolarità della sua doppia marcatura: “Sicuramente non sono due gol come gli altri – il suo commento nella pancia del Castellani – ma sono contento perché ha dato alla squadra la prima vittoria in campionato”. Sul centro del vantaggio, però, ha dato la sensazione di frenare la sua esultanza. Omaggio dell’inconscio al passato? “È stato strano, vero, ma non esultare non sarebbe stato giusto anche nei confronti dei tifosi dell’Empoli. Il Bari è il passato, il mio compito é fare gol e oggi c’era il Bari di fronte”. Passato salutato nell’estate 2015 non senza polemiche, dopo 141 presenze e 47 reti tra serie A e B, direzione Virtus Entella. Nel pomeriggio degli ex, con Tello (19 partite in A con l’Empoli 2016/2017) a segno dal’altra parte, Caputo vede un “Bari con un grande organico e sostituzioni importanti”, parole che sanno di investitura per “una squadra che lotterà per i piani alti”. L’Empoli? “Dobbiamo lavorare tanto perché abbiamo una squadra tutta nuova -le parole del centravanti- consapevoli di poter dare fastidio”. Non fissa “obiettivi personali”, almeno non esplicitamente, Caputo: si limita a dire di puntare “a fare sempre meglio dell’anno precedente”, quando a Chiavari le reti erano state 17. A Empoli sono avvisati: e l’avvio del cammino sembra quello giusto. Il passato, ormai, è una terra straniera.
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