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Empoli-Andreazzoli, il quarto atto di una lunga storia

Andreazzoli sarà il nuovo allenatore dell’Empoli. Per la quarta volta. Dopo il primo incontro nel 2017, l’allenatore massese è stato richiamato dal club toscano nel 2019 e nel 2021, fino a questa volta, probabilmente la più complessa. Andreazzoli dovrà rimediare una situazione di classifica già compromessa, con la squadra che in quattro giornate ha ottenuto atrettante sconfitte, senza ancora trovare il gol. 

  

 

 Una storia, quella tra l’Empoli e Andreazzoli, fatta di tira e molla: tre le volte in cui si sono lasciati, quattro quelle in cui hanno deciso di tornare insieme. Entrambi hanno provato a prendere altre strade, finendo poi, alla prima complicazione, di tornare insieme, consapevoli che l’uno rappresenta la scelta giusta per l’altro.

2017-18: Veni, Vidi, Vici in B. L’esonero in A

La storia tra Andreazzoli e l’Empoli inizia il 17 dicembre 2017, quando sostituisce Vincenzo Vivarini. La svolta tattica è il 4-3-1-2, con l’attacco formato dalla coppia composta da Donnarumma Caputo. Il risultato? Un filotto straordinario, 19 risultati utili consecutivi, composti da 14 vittorie e 5 pareggi: inevitabile la promozione in Serie A.

 Nella massima serie, però, la storia presenta le prime fratture. L’esordio è idilliaco: 2-0 al Cagliari, con Ciccio Caputo che ritrova il gol in massima seria a oltre otto di distanza dall’ultima volta, dai tempi del Bari. Come detto, però, l’inizio è stato illusorio. La Serie A si dimostra dura: sette sconfitte e tre pareggi nelle successive dieci gare, con l’Empoli che all’undicesima giornata si ritrova solo con sei punti conquistati: inevitabile l’esonero. Al suo posto, Iachini.

2019: Bel gioco, ma retrocessione

Dal 5 novembre 2018 al 13 marzo 2019. Tanto dura la prima separazione tra Andreazzoli e l’Empoli. In questo lasso di tempo, la squadra non ingrana, e la società decide di richiamare l’ex allenatore per tentare un tutto per tutto per la salvezza. L’Andreazzoli-bis funziona: la squadra ha qualità. Si evidenzia un terzino non più giovanissimo, alla prima esperienza in Serie A e destinato a grandi cose: Giovanni Di Lorenzo. A centrocampo Bennacer Krunic, che diventeranno colonne del Milan, e un giovane Traoré. Alla fine la retrocessione arriva, complice una sconfitta all’ultima giornata a San Siro contro l’Inter di Spalletti (in quella che sarà l’ultima partita nerazzurra di Icardi), e un salvataggio miracoloso di D’Ambrosio. Il rammarico per un obiettivo così difficile ma allo stesso tempo così vicino è tanto, e le parti decidono di non proseguire assieme.

2021-22: Una salvezza tranquilla e super Pinamonti

 

  Dopo la promozione ottenuta da Dionisi, che nel frattempo ha firmato con il Sassuolo, l’Empoli decide di affidare la panchina nuovamente all’allenatore massese, che la stagione precedente aveva vissuto un’esperienza non facile con il Genoa. A Empoli, però, c’era una salvezza sfiorata rimasta come un nodo in gola. E l’obiettivo riesce. Nel 2021-22 la squadra toscana termina al quattordicesimo posto, conducendo un campionato tranquillo e spesso regalando bel gioco. Perso Ricci a gennaio direzione Torino, Andreazzoli ha lanciato Asllani. In attacco, soprattutto, a mettersi in evidenza è Andrea Pinamonti: 13 i gol segnati dall’attaccante, il migior risultato al momento della sua carriera. 

Anche in questo caso, però, le strade al termine della stagione si separano. Con la consapevolezza, però, di aver finalmente ottenuto ciò che non erano riusciti prima.

2023- : Alla ricerca del gol perduto

 

 Nel 2022-23, le cose vanno decisamente meglio all’Empoli, che con Zanetti ottiene una salvezza tranquilla, rispetto ad Andreazzoli, che non ha trovato fortuna nella breve esperienza in B alla Ternana. Però, il legame mai si è scisso, consapevoli di quanto uno necessiti dell’altro. Così, in questo inizio di stagione così difficile per l’Empoli, con zero punti e zero gol ottenuti in quattro partite, il primo pensiero, una volta avvenuto l’esonero di Zanetti, è stato rivolto immediatamente a lui, Aurelio Andreazzoli, pronto a vivere il quarto atto in Toscana.

 

 

Lorenzo Vero

Nato all’ombra della Torre Pendente nel giugno del 2000 e studente di Informatica Umanistica. Bastian contrario per natura, ho iniziato a seguire il calcio perché ai miei genitori non piaceva. Sin da quando ero un bambino riempio la testa dei miei amici con aneddoti calcistici di ogni genere. Con gli anni, assieme alla barba, è cresciuta anche la mia passione per questo gioco. L’obiettivo adesso è quello di raccontare in modo veritiero (con il cognome che mi ritrovo…) e appassionante anche la meno appetibile delle partite.

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