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Emmanuel Latte Lath, dove tutto ha avuto inizio. Il primo presidente: “Assomiglia a Eto’o”

Junior Emmanel Delan Latte Lath“. Sguardo un po’ attonito. “Latte?”. “Caffè-latte, dai, siamo scuri“. Il papà rideva, Emmanuel e Marco, anche. Marco Sassano è il presidente dell’Esperia, società dilettantistica di Cremona. Emmanuel…beh, lo sappiamo. Salito alla ribalta col gol alla Juventus, allo Stadium, in Coppa Italia, è diventato in breve tempo l’ennesimo simbolo di un settore giovanile che funziona: quello dell’Atalanta. E Marco, quando racconta in esclusiva a GianlucaDiMarzio.com questo aneddoto che risale al 2008, sorride ancora: “Fu una bella battuta, spiritosa, nonostante tutto“.

Questo ‘tutto’ è la condizione familiare non proprio felice, ma il sorriso di Emmanuel è contagioso. “Un giocherellone, rideva e amava stare con gli altri bambini“. Prese in giro per il cognome? “No, mai, l’unico episodio è quello del caffè latte, quando ci penso rido ancora“. E, orgogliosamente, pensa spesso ad Emmanuel: “Molte volte veniva a casa mia, giocava con mio figlio. Questo anche dopo che lo prese l’Atalanta, fino alla fine delle medie come società ci siamo comunque occupati di lui per i passaggi nel fine settimana: faceva due partite, una al sabato e una alla domenica. Lo vennero a vedere a marzo 2009, l’osservatore rimase sulla tribunetta tre minuti: scese e chiese il nullaosta. Poi fece altri provini, certo, ma gli ci volle davvero poco a capire che quello era un potenziale crack”.


Che somiglia a: “Eto’o. Altri dicono Gervinho, io dico Eto’o: Emmanuel vede la porta, sa segnare, poi corre, certo, ma le movenze sono quelle del camerunense. Ha sempre fatto valanghe di gol, l’anno con noi ce le fece vincere praticamente tutte“. Poi l’Atalanta: “Dopo che lo avevano definitivamente preso, andai a vederlo al suo primo allenamento. Non stava fermo, voleva andare in porta, scivolava ma si vedeva che il talento c’era e c’è tutt’ora. Tra l’altro lui nemmeno sapeva cosa fosse l’Atalanta, al primo provino andò tranquillo: non era incoscienza, conosceva solo Inter, Milan e Juventus in Serie A“.

Un applauso, Sassano, lo fa non solo al ragazzo, ma anche all’Atalanta: “Mi stupirono umanamente. Parlarono non solo con la famiglia, ma anche con la psicologa, il prete dell’oratorio, le maestre: cercarono di rendere il passaggio dalla realtà piccola a quella dell’Atalanta il più soft possibile. Poi ci diedero anche la possibilità di fare qualche amichevole, quell’anno, Emmanuel giocava con noi: lo si nota subito“.

Come lo si è notato allo Juventus Stadium, con quel gol…sì, alla Eto’o, che non ha portato una vittoria, ma la prima gioia tra i grandi per un ragazzo che ha appena compiuto diciassette anni. E insegue un sogno, il suo sogno, partito dall’Esperia, arrivato (per ora) all’Atalanta.

Edoardo Marcarini

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