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​Eindhoven, la città del Signor Frits: dal campo di prigionia all’amore per il Psv

Una lampadina. Tutto inizia e parte da qui. Tralasciamo, per una volta, il campo. Lasciamo perdere le vittorie di Guus Hiddink, i primi gol di Romario e Ronaldo “il Fenomeno” in Europa e la scoperta di tanti giovani talenti che hanno e stanno facendo la storia del calcio. Perchè il Psv non vuole guardare al passato, così come Eindhoven. Lo si percepisce, dalle persone con cui parli, dai tifosi, dai giornalisti. Bello il passato, ma adesso c’è un presente ancora più importante da costruire. Come una città, che mischia il classico mattone olandese vintage a sculture e palazzi moderni. Un caos apparente, studiato e pensato. Come il nuovo Psv.

Tranquilli però, è sempre la stessa Eindhoven. Biciclette a non finire, praticamente una (ma forse anche di più) per abitante. Qui i parcheggi non sono di auto, ma di biciclette. Ecosostenibile, ma più che altro una questione d’abitudine. Eppure il tempo non aiuta, vista la fitta pioggerella London-style che ci accompagna in queste giornate. Eindhoven alcuni la chiamano la piccola Amsterdam: forse per i coffee shop e il quartiere a luci rosse, ma della città più importante d’Olanda ha ben poco altro. Una città e una squadra che hanno caratterizzato la vita di Mr. Frits Philips.

Chi era il Signor Frits?

Frits faceva parte, come si capisce, della famiglia che nel 1913 fondò il Psv (Philips Sport Vereniging), che nasce originariamente come squadra per gli operai dell’azienda. Poi di strada ne è stata percorsa. Una squadra che ha da sempre legato il suo nome all’azienda olandese, che però negli ultimi anni ha deciso di cambiare approccio: dal 2015 non è più sponsor di maglia, un sodalizio che durava dal 1982, l’anno in cui l’Olanda si “adeguò”. Detto questo rimane legata allo stadio (che porta ancora il nome Philips), nonostante l’azienda si sia spostata da Eindhoven ad Amsterdam a fine anni ’90.

Torniamo però al famoso Frits, di gran lunga il personaggio più interessante di questa storia e di questa città, Eindhoven, che si trova a nel sud dei Paesi Bassi, più vicina alla Germania che ad Amsterdam. Frits Philips è sempre stato legato alla sua squadra del cuore. Difficile da spiegare questo legame. Ma per rendere l’idea, dopo la sua morte avvenuta nel 2005, la città gli ha “lasciato” il suo posto. Settore D, fila 22, seggiolino 43. Tribuna? No, un posto come tanti altri, vicino ai tifosi che come lui soffrivano ogni domenica per il Psv. E quando è morto quel seggiolino è rimasto vuoto, perché nessuno si potrà mai sedere al posto del Signor Frits. Un uomo che ha dato al calcio, ma più di ogni altra cosa alla vita, tantissimo.

Frits era il nipote di Frederik Philips, quello che fondamentalmente iniziò l’impero. Frits mandò avanti la fabbrica durante la seconda guerra mondiale, ed è stato protagonista di un atto eroico avendo salvato 382 operai ebrei, convincendo i nazisti dell’importanza della loro manovalanza in campo tecnologico. Così evitarono i campi di sterminio e si salvarono. Per questo, ma non solo, era (ed è) la persona più popolare in città, ma lui non amava sentirsi superiore. Tanto che si faceva chiamare da tutti, operai e cittadini, “il Signor Frits”. In onore del suo centesimo compleanno la città venne ribattezzata la Frits Philips Stad, e dal 2007 una sua statua domina la piazza principale di Eindhoven.

Poi, il 12 novembre 2005, accade quello che nessuno sperava. Nel giorno dei funerali del fratello Henk, Frits inciampa e cade, rompendosi una vertebra che gli provoca una polmonite fatale. Non c’è nulla da fare. Il 5 dicembre 2005 muore all’età di 100 anni. Finisce un’era, Eindhoven rimane senza la figura che l’ha caratterizzata e rappresentata nel mondo negli ultimi cento anni. Una personalità impossibile da sostituire, come raccontano gli stessi abitanti di Eindhoven. Un’unica, piccola, consolazione: il Psv continuerà a giocare, per sempre, anche e sopratutto per il suo primo e più grande tifoso: il Signor Frits.

Francesco Porzio

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