“Esordire all’Olimpico con la maglia della Roma sarebbe un grandissimo sogno. La difficoltà della mia famiglia è stata farmi studiare quando volevo andare ad allenarmi perché non pensavo che lo studio fosse importante. Se dovessi esordire lo dedicherei a loro”. Quante cose possono cambiare in un anno e mezzo? Tante, ma non quei pensieri destinati alle persone davvero importanti.
Edoardo Bove aveva pensato a questa dedica da tempo e all’esordio in Serie A è stato puntualissimo: “Questo traguardo è per la mia famiglia, sono 10 anni che mi portano a Trigoria e mi sostengono in tutto il mio percorso. Ci sono sempre”.
Puntuale come quei giovani Primavera che non vedono l’ora di avere una chance in prima squadra. Bove è un altro 2002, come Zalewski, Calafiori, Tripi, Boer e Milanese; 18 anni, uno in meno di Darboe che gli ha lasciato spazio al 79′ nella gara dell’esordio da titolare contro il Crotone.
“I ragazzi della Primavera si stanno comportando molto bene, De Rossi sta facendo un gran lavoro. I giovani sono pronti per aiutare la prima squadra”, parola di Paulo Fonseca che sta lasciando al connazionale Mourinho anche una vetrina piena di giovani da valutare e apprezzare.
Bove è cresciuto e si è fatto notare nella Boreale Don Orione, scuola calcio di Roma nord. Campetti vicino a un bosco che, tra vari sentieri, porta ad una privilegiata e interessante visuale dell’Olimpico dall’alto. Un tempo si riuscivano anche a vedere le partite, poi la copertura messa per Italia ’90 ha reso inefficaci anche i migliori binocoli.
Ma tornando all’attualità, l’Olimpico per Bove è sempre stata la meta da raggiungere, da quando nella Boreale hanno iniziato ad apprezzarlo per le “caratteristiche di centrocampista moderno, capace di trovare sempre i giusti tempi d’inserimento, anche senza palla, e per la facilità di andare in gol”.
E sul ragazzino dell’Appio Latino si sono posati gli occhi della Roma; un provino (e non due), un cross che ha convinto più di altre giocate e l’ok di Bruno Conti. In giallorosso dal 2012/13: Under16, 17 e poi l’esordio con la Primavera prima di compiere 17 anni (nel 2019). In questa stagione con la squadra di De Rossi ha collezionato 14 presenze, 1 gol (alla Lazio) e 1 assist.
Un interventino al piede l’ha fermato ad agosto dell’anno scorso ma il recupero gli ha permesso di vivere appieno la stagione del salto tra i grandi: a settembre l’interesse di Giuntoli e del Napoli, a novembre il rinnovo fino al 2024, poi un assaggio di prima squadra a dicembre con le convocazioni in Europa League contro Young Boys e CSKA, prima della terza panchina europea in stagione contro lo United una settimana fa. L’anticamera dell’esordio.
Una (nuova) storia che inizia dal debutto all’Olimpico; la sua ‘prima’ Bove l’aveva immagina così: “Uno dei primi passi tra i grandi, quello che sogni da bambino. Arrivare qui deve essere una grandissima emozione ma anche un punto di partenza di una carriera che spero sia più lunga possibile.
Con i compagni in Primavera abbiamo fatto un grandissimo lavoro e siamo stati aiutati moltissimo dallo staff della prima squadra, siamo stati molto a contatto con loro. E tutti i giocatori ci hanno aiutato a migliorare. Stiamo raccogliendo i frutti di un lavoro fatto durante l’anno, fatto di debutti e ottime prestazioni – ha spiegato a RomaTV dopo il debutto -.
C’è solo da ringraziare lo staff della Primavera e quello della prima squadra che ci permette di mettere in pratica in campo quello che facciamo in allenamento”.
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