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Non solo Dybala: i “grandi rifiuti” della storia del calcio

Quello di Paulo Dybala all’Al Qadsiah entra nella galleria dei “grandi rifiuti” della storia del calcio italiano (e non solo). L’argentino era a un passo dall’Arabia Saudita, dove avrebbe guadagnato 75 milioni di euro in tre anni. Eppure ha detto di “no”, annunciandolo sul suo profilo Instagram: “Grazie Roma, ci vediamo domenica“. 

Un passo indietro in nome dell’amore per i colori giallorossi e per la piazza. Chi prima di Dybala? 

Chi come Dybala; i rifiuti di Totti, Di Natale, Riva e Kakà

Rimanendo in ambito Roma, non può non essere menzionato il caso di Francesco Totti, che nel 2002 disse di no al Real Madrid dei Galacticos. Nell’ultima sfida della carriera contro i Blancos, anni e anni dopo, il Pupone avrebbe ricevuto un trattamento particolare dal presidente Florentino Perez: “Mi chiese una dedica sulla maglietta che gli regalai. Dovetti scriverci: “l’unico giocatore che ha detto di no al Real Madrid”.

Al Real (e al Barcellona) disse sempre di no Roberto Baggio, come avrebbe poi raccontato in anni recenti. “Ho sempre scelto di restare nel mio Paese, guardavo sempre all’Azzurro nel momento in cui dovevo dare una risposta“, rivelò il Divin Codino. 

Ben diverse le motivazioni di Antonio Cassano, che in più occasioni rifiutò il trasferimento alla Juventus: “Non mi ha mai affascinato la Juve, nemmeno per un secondo: non c’entrava nulla con la mia idea di calcio“. Al bianconero della Juve seppe resistere anche Antonio “Totò” Di Natale, che nell’estate del 2010, a trent’anni già compiuti, preferì rimanere a Udine, dove poteva coltivare sogni da Champions. Ma il “no” alla Juve diventato proverbiale nella storia del calcio italiano è senza dubbio quello di Gigi Riva, che rimase a Cagliari nonostante il “miliardo” offerto dai bianconeri. Troppo forte il legame con la sua seconda casa, con la Sardegna. 

Un altro miliardo è quello che il Torino a inizio anni Duemila offrì a Cristiano Lucarelli. Anni dopo avrebbe commentato: “C’è chi con un miliardo si compra lo yacht o la Ferrari. Io mi sono comprato la maglia del Livorno. 

Ci sono poi casi più recenti, di attaccanti che come Dybala hanno detto no a proposte esorbitanti dal punto di vista economico. L’esempio più celebre è quello di Kakà, che nella stagione 2009 rifiutò il Manchester City, che era appena passato alla proprietà araba, dopo la “sollevazione” dei tifosi che si erano radunati sotto casa sua. L’offerta al Milan era di ben 100 milioni di euro. Un’altra meta esotica sarebbe stata quella cinese per Nikola Kalinic, che nel 2016, da giocatore della Fiorentina, si oppose al trasferimento al Tianjin Quanjian, club cinese, dove avrebbe guadagnato 36 milioni per tre anni. Insomma, Dybala è solo l’ennesima conferma: anche nel calcio dei milionari, c’è (ancora) chi dice “no”. 

Andrea Monforte

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