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Vlahovic: “Devo tutto a Prandelli. Rinnovo? Prima le 11 finali”

Con la tripletta nella vittoria per 4-1 al Benevento, è uno dei quattro giocatori nati negli anni 2000 in doppia cifra di reti nei cinque maggiori campionati europei in corso, insieme a Erling Haaland, Moise Kean e Amine Gouiri. Dusan Vlahovic ha raggiunto quota 12 gol stagionali e ha ripagato la fiducia riposta in lui da Prandelli. "Devo tutto a lui e alla fiducia che la società mi ha riservato. Mi ha dato fiducia in un momento che per me era complicato: spero di contribuire a portare più punti possibili". Così l'attaccante della Fiorentina al Corriere dello Sport. 

Domenica la Fiorentina ospiterà il Milan di Stefano Pioli, l'allenatore che lo ha fatto esordire in Serie A. "Un grandissimo allenatore, a cui auguro di arrivare più lontano possibile in Europa League, anche in campionato ha fatto vedere cose egregie, non è un caso che sia in corsa per lo scudetto. Ma è anche una persona di altissimo spessore umano. Quando sono arrivato a Firenze, era successa da poco la tragedia di Davide. Pioli stava con noi giocatori, era come un padre. Trattava tutti nello stesso modo, quelli giovanissimi come me e i senatori. Non ha mai usato differenze. Mi ha regalato la gioia dell’esordio in A, benché non fossi pronto. Per tutto questo posso solo ringraziarlo”.

Contro i rossoneri affronterà anche il suo idolo, Zlatan Ibrahimovic, ma guai a paragonarlo allo svedese. "I paragoni a me non sono mai piaciuti. Sia chiaro, è un onore essere accostati ad un campione come Zlatan, ti dà anche una buona dose di responsabilità, ma un ragazzo deve sempre mantenere il suo equilibrio, perché c’è anche il rischio di bruciarsi. Nel calcio, come nella vita, servono umiltà, spirito di sacrificio, saper ascoltare tutti, specie chi può darti consigli e suggerimenti. Poi tocca a te restare te stesso".

Sul futuro: "Ho un contratto con la Fiorentina fino al 2023. A Firenze sto benissimo, mi amano. Sono arrivato ragazzino e mi ritrovo uomo. Ci sarà tempo e modo più avanti, di parlare. In questo momento io sono concentrato sulle 11 finali che ci aspettano. E anche per il presidente che vogliamo fare punti. Sì, è vero ci siamo sentiti. Ha una passione incredibile per il pallone. Poi, non ho dimenticato che dopo aver palleggiato con lui, ho cominciato a segnare con continuità”.

L'INTERVISTA COMPLETA SUL CORRIERE DELLO SPORT

 

 

Redazione

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