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Uruguay Sub-20, Duarte: “Se fossi rimasto a Tacuarembó, oggi non giocherei. Suarez il mio idolo”

Tacuarembó è conosciuto come la patria dei gauchos ed è il luogo di nascita scelto dal re del tango Carlos Gardel per falsificare i documenti ed evitare il servizio militare. Un nome che deriva dal dialetto guaranì, più precisamente dalla parola tacuara, canna di bambù, numerose sulle sponde dell’omonimo fiume che attraversa la città. Qui è nato Anderson Duarte . “Ho iniziato a giocare a 2 anni in un campetto di terra nel club de baby futbol Policial del barrio Montevideo. Mi accompagnava mio nonno Luis: avevamo un bel rapporto, lo ricordo sempre col sorriso. È stato fondamentale nella mia vita, per tutto quello che mi ha insegnato e per avermi fatto scegliere questo sport”, così il giovane uruguaiano che ha trascinato la sua Nazionale in finale del Mondiale U20 con con il gol vittoria contro Israele (il terzo consecutivo) a Gianlucadimarzio.com.

 

 

L’attaccante classe 2004 gioca nel Defensor Sporting, club che apporta il maggior numero di giocatori alle nazionali giovanili, ed è cresciuto in una città situata a quasi 400 chilometri dalla capitale. “L’infanzia l’ho trascorsa con i miei 6 fratelli e mia mamma Claren. Lei lavora in una panetteria e ci ha cresciuti da sola. Per le strade del barrio era pericoloso, c’era la droga, tanti miei amici si sono persi…io grazie a dio ho scelto questo cammino: il momento più difficile è stato quando a 11 anni ho dovuto separarmi da mia mamma e andare a vivere a Montevideo per diventare calciatore”.

  

 

 

Cresciuto senza un padre proprio come Gardel, la figura paterna nella vita di Anderson è il suo scopritore, Juan Gragnulatti attuale Chief Scout della GBG Football, l’agenzia che lo rappresenta. “Il primo ricordo che ho con lui risale a una partita della selezione di Tacuarembó contro il Rio Blanco. Stavamo vincendo 6-0 un bel primo tempo e io avevo segnato tutti i gol. Alla fine della partita vedo il mio allenatore parlare con una persona, io e tutti i miei compagni ci chiedevamo cosa stesse accadendo”. Era una chiacchierata per sapere se era possibile parlare con i suoi genitori e portarmi al Defensor Sporting. Juan lo amo come un padre: mi ha portato a Montevideo, si è preso questa responsabilità e non mi ha fatto mancare nulla. Mi trovo bene con sua moglie e sua figlia, che per me sono come una seconda mamma e una sorella. Di lei ho anche tatuato il suo nome”.

 

 

Nelle giovanili del club violeta Duarte giocava da mezzala o da esterno, adesso invece è una mezzapunta. “Ma devo migliorare a giocare sulla fascia sinistra, nel fare i cross col mancino e nell’inserimento sul secondo palo. Tra i miei punti di forza invece c’è saper tirare sia di destro che di sinistro, qualcosa che cerco di curare sin da bambino”. Ruolo cambiato, stesso idolo. “È Luis Suarez e sempre lo sarà. L’ho conosciuto nel Complejo Celeste e in un evento dell’Adidas. Mi ha detto di godermi il momento, che ero un privilegiato ad essere lì e che i sogni si realizzano”.

 

 
9 reti in 26 partite invece con l’Uruguay Sub-20 di Marcelo Broli per Duarte, che ha segnato 2 in 29 presenze in Primera Division dal 2021 ad oggi, con in mezzo anche un infortunio al ginocchio nel Clàsico contro il Danubio e la vittoria della Copa AUF Uruguay dello scorso novembre. “La sera prima della finale ricordo che Marcelo Mendez mi disse che sarei entrato e avrei fatto un assist e così è stato”. Un altro allenatore importante nel suo percorso è stato il Profe Santos, il primo che ha avuto nelle giovanili del Defensor. “Ci ha trasmesso valori e ci ha dato molte lezioni: con lui ho imparato a rispettare i compagni negli allenamenti”. 

 

 

L’Uruguay è arrivata al Mondiale U20 con quello che probabilmente è il miglior giocatore della squadra: Alan Matturro , difensore che dal Defensor Sporting si è trasferito al Genoa: “Un difensore straordinario, abile nel gioco aereo e con un gran tiro. Qui siamo tutti felici per il suo trasferimento in Europa così giovane. Affrontarlo in allenamento era dura, ma anche lui soffriva” . Sorride Anderson che con un contratto fino al 31 dicembre 2023 pensa anche al futuro. “Ora il mio sogno è quello di qualificarci al Mondiale per poi tornare al Defensor e fare una bella stagione. Per un’esperienza all’estero ci penserò più avanti, ma mi piacerebbe la Premier League”, ci disse il 19/01/2023: la qualificazione è arrivata e, ora, anche la finale del Mondiale di categoria, grazie anche ai suoi gol. 

Mattia Zupo

Giornalista pubblicista e studente in Scienze Umanistiche per la Comunicazione. Fiorentino nato a Fiesole nel 1996. Notti magiche, quelle passate a vedere il calcio sudamericano, dove il talento e la garra prevalgono sulla tattica. Uno sguardo al futuro e uno al passato alla ricerca di storie legate al fútbol.

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