Passeggiando per Ferrara potrebbe capitarvi di incrociarlo a bordo della sua bicicletta. Drin, drin, saluto classico. “A volte vado anche ad allenarmi in bici: questa è una città bellissima, si respira calcio in ogni angolo, ma allo stesso tempo i tifosi ti lasciano ‘vivere’”. Se vi aspettavate supercar o chissà quale vezzo, beh rimarrete delusi. Un sorriso per tutti, selfie perché no, poi papà a tempo pieno: “Ho due figlie, una di due anni e l’altra di nove mesi, cerco di dedicare più tempo possibile a loro e a mia moglie”. Ragazzo modello, sì. Che però nei weekend si trasforma: cattivo, spietato. “In campo è un’altra cosa, lì bisogna avere la giusta determinazione”. E guardando i risultati…
Tre gol contro l’Avellino nell’ultima giornata e pallone a casa “autografato da tutti”, adrenalina ancora nelle vene di Mirco Antenucci. “Erano venuti a trovarmi i miei amici, la sera ho festeggiato con loro a cena”, racconta l’attaccante a GianlucaDiMarzio.com. “Inutile girarci intorno, il gol per un’attaccante è tutto: puoi giocare bene, fare assist, sacrificarti, ma quello che conta è buttarla dentro”. Mestiere che Antenucci conosce bene: “Il mio prossimo obiettivo è quello di arrivare alle 100 reti tra Serie B e Championship inglese, adesso sono a quota 89, 70 messe a segno nel campionato italiano”. Quadernino alla Inzaghi, statistiche a prova di pc.
Incancellabile, sì. Come quel giorno di maggio del 2012. “Torino promosso in Serie A, 100 mila persone a festeggiare: è stato pazzesco, indescrivibile”. Emozioni di un numero sette (“il giorno in cui è nata mia figlia”) che slacciati gli scarpini si immerge nella lettura (“adoro i libri di Faletti”), con qualche digressione su Instagram e una passione per i tatuaggi: “Ne ho due con i nomi delle mie figlie, Camilla e Sofia. Poi uno in cui sono in compagnia del mio miglior amico, Daniele, con l’inseparabile Super Santos. Uno del mio cane, un teschio messicano e infine la scritta MIELE, che rappresenta le mie iniziali e di mia moglie Eleonora”. E chissà che la fine della stagione non sia l’occasione giusta per stamparsi sulla pelle qualcosa di davvero importante conquistata con la Spal. Drin, Drin, largo ad Antenucci ed ai suoi sogni. Per sfrecciare veloci, a volte, può bastare anche una semplice bicicletta.
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