Otto campionati spagnoli. Sei supercoppe di Spagna. Quattro coppe del Re. Quattro Champions. Tre supercoppe europee e tre mondiali per club. Due europei. Un mondiale. Palloni d’oro: zero. Ma nel corso della conferenza stampa di ieri Del Bosque ha detto una grande, grandissima verità: “Niente e nessun Pallone d’oro vale più della stima dei tuoi compagni, del tuo spogliatoio“.
Andres Iniesta è Don. Perché nobile nel suo modo di giocare a calcio, magico quando conduce quel pallone tra i piedi. Tocchi semplici, dribbling impercettibili ma letali. Uno-due. Destro-sinistro. Stop e testa alta come se dovesse portare a passeggio il cane. Personalità ma soprattutto il carisma di chi è leader silenzioso. Di chi dimostra e non sbraita con la cresta in testa. Rara normalità. Ondeggia, volteggia e… crossa. La mette sempre dove vuole e quando vuole, preferisce l’assist al gol. Giocate in funzione dell’azione e tricks per liberare il compagno: la squadra sempre prima di tutto. E stima dello spogliatoio che vale più di ogni altra cosa. Anche di un Pallone d’oro. Siete d’accordo?
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