“Ciao ragazzi, sono Romelu Lukaku, rimanete con l’Anderlecht ancora un po’ “. Iniziò così quella chiamata tra l’attuale attaccante della Roma e la famiglia di Jérémy Doku, quando il giovane attaccante 15enne vestiva ancora la maglia dei “Les Mauves” (“i malva”). Un invito a rimanere in Belgio ancora per un po’ di tempo, di non cedere subito alle avances dei top club, inglesi e non, che nel frattempo avevano bussato alla porta, incuriositi dalle potenzialità del ragazzo.
Insomma, il classe 2002 aveva la Premier League nel proprio destino e adesso ci è finalmente arrivato, sei anni dopo il confronto con Big Rom. Il trasferimento al Rennes nel 2020 è stato il trampolino di lancio per Doku, che ora, approdato nella sponda blu di Manchester, ha già lasciato il segno. L’ultimo fondamentale contributo per la squadra di Guardiola? Gol e assist in Champions League contro il Lipsia, entrando dalla panchina a 18 minuti dalla fine, sul risultato di 1-1.
Un’infanzia felice a Borgerhout, un quartiere di Anversa, con una passione fin da piccolo. Le circostanze non sono le migliori, essendo una delle zone meno sicure della città, tanto che la madre della giovane stella nascente, Belinda, ne parla così. “Qui incontri facilmente brutta gente. Alcol e droghe girano facilmente e i ragazzi vengono coinvolti se non stanno attenti. Io sono stata fortunata, i miei due figli hanno amato immediatamente il calcio”.
Esatto, proprio il calcio, il gioco più bello del mondo. Ancora bambino Jérémy Doku entra nell’accademia del Olympic Deurne Devils, prima di passare al Beershot AC (da cui sono partiti anche Alderweireld, Mousa Dembélé, Nainggolan e Verthongen) e infine il passaggio all’Anderlecht. Qui, a soli 15 anni, le avances del Chelsea e del Liverpool, che vede in lui l’erede naturale di Sadio Mané. Poi la chiamata di Lukaku che lo convince a rimanere in Belgio e il conseguente esordio in prima Squadra, ad appena 16 anni e 182 giorni.
La prima apparizione con la maglia della Nazionale belga arriva il 5 settembre 2020, appena un mese prima del trasferimento al Rennes. Un impatto immediato, con prestazioni memorabili, tra cui quella contro l’Italia ad Euro2020, seminando il panico tra le fila azzurre. Con il Rennes, invece, 12 gol e 10 assist in 92 partite.
Poi, “finalmente” il grande passo: l’acquisto da parte del Manchester City e l’approdo alla corte di Pep Guardiola. Qui un impatto devastante, con tante galoppate sulla fascia sinistra, assist e gol pesanti. L’ultimo fondamentale apporto dato ai Citizens nell’ultimo turno di Premier League contro il Bournemouth: un gol e ben quattro assist nel 6-1 degli uomini di Guardiola. Semplicemente inarrestabile, e l’esultanza con la griddy walk sempre più iconica. di Marco Rose. Jérémy Doku, in Inghilterra da poco più di due mesi, si è già preso i riflettori. Non solo Álvarez, Bellingham, Håland, Pedri o Gavi: c’è un nuovo Millennal tra gli astri nascenti del calcio.
A cura di Simone Bianchi
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