È così illogico. Attimi finali, 90 +: istante tatuato sulle dita di Sergio Ramos. Il significato? Chiedere all’Atletico Madrid. Da gesto ad abitudine: stacco altissimo e palla nel sacco. Vizi e virtù di un difensore ‘birichino’. E allora impossibile astenersi, fantastica la sensazione. Vero Real? Perché quando c’è un problema, ci pensa lui: ‘Corazòn, caracter y pasion’. Titolo della biografia di questo ‘Tarzan andaluso’ e genetica di un campione. Sempre decisivo, nel bene e nel male. Dal Pizjuàn al Bernabeu, storia di una vita e dell’ultima settimana. Perché in Spagna, da dieci giorni a questa parte, il protagonista è sempre lui: Sergio Ramos Garcìa.
Distrugge e crea, Sergio. Su e giù. A suon di gol e polemiche. Intanto anche sabato il Real Madrid se l’è cavata grazie al suo 4. ‘Doblete e via’, il Malaga torna a casa. Stacco a sfidare il cielo e spaccata su servizio di Kroos, poi a festeggiare ballando ‘la Dab’. Preziosissimo: 50 firme in Liga, difensore affermato e attaccante segreto. Già, numeri: come il + 1 sul ‘suo’ Siviglia. Il nemico da battere per i Blancos, l’amico da ritrovare per Ramos. Perché ‘quando mi farò seppellire, nella mia tomba ci sarà una bandiera del Real e una del Siviglia’. Doppio amore ora non più corrisposto. Un legame rinnegato da fischi e pesanti insulti. Un colpo al cuore per un Sevillista come lui. Senza mai dimenticare le proprie origini. Da Camas a Madrid, passando soprattutto dal pueblo andaluso del Sanchez Pizjuàn. Che nelle ultima settimana gli ne ha cantate di ogni. Storie tese: tra cucchiai, provocazioni, orecchie ed autogol.
La ferita si è riaperta nel ritorno di Copa del Re. Quando tutta l’Andalusia si è schierata contro al capitano del Real. Lui, però, non si è fatto intimidire: rigore e cucchiaio. Poi mani dietro le orecchie, ‘non vi sento, ora’. Indicando il suo nome cucito nella stoffa Blanca: Siviglia muto. Perché ‘vorrei essere accolto in maniera diversa. Questa sarà sempre casa mia’. Ma la pace non arriva, meglio la vendetta: quella che tutti avrebbero voluto vedere.‘Clima callente’, il Pizjuàn in Liga se la ride: autogol del vecchio Ramos. E il Siviglia batte gli imbattibili. Ma il capitano non muore mai.
Anzi, si gasa. Pronto ad infilzare tutti con l’espada: ‘Haja toro’. ‘Sì, da piccolo volevo fare anche il torero’. Ora invece la Corrida gli viene bene in campo. Soprattutto negli ultimi minuti, con la cabeza: ‘el hombre del cabezazo’. Perché Sergio è l’uomo dei colpi di testa. Spesso decisivi. Dall’ultimo gol nel Clasico a quello nella storica Decima. Sì, Champions League: nella finale del 2014 contro l’Atletico Madrid e nell’ultima di San Siro. E poi la doppietta nella semifinale contro il Bayern di Guardiola. Già, notti d’Europa. E intanto al Napoli sale la febbre. Perché Sarri, oltre a Cristiano Ronaldo, dovrà bloccare anche il torero di Camas. Il miglior bomber del Real Madrid dopo CR7 in stagione. Quest’anno 6 volte in rete in sole 11 presenze in Liga. Capace addirittura di segnare più di Bale e Benzema. Già, quanto è illogico questo Ramos? Difensore affermato, attaccante segreto.
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