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Dietro le Quinte del Calcio – La proposta del mondiale a 48 squadre

Non è ancora passato un anno dall’elezione di Gianni Infantino a Presidente FIFA e continua a far discutere una delle proposte avanzate in sede di candidatura alla presidenza circa il numero di squadre che giocheranno il prossimo mondiale FIFA 2026.

Prima che Infantino conquistasse la poltrona di Presidente della FIFA il progetto di allargare la Coppa del Mondo prevedeva di innalzare il numero delle squadre da 32 a 40. A inizio ottobre, però, in un intervento in Colombia, Infantino ha dichiarato di immaginare una competizione con 48 squadre, con un turno a eliminazione diretta che farebbe da cuscinetto alla fase a gironi.

Il numero uno del calcio mondiale, Gianni Infantino, intende accelerare sul suo progetto di riforma del pallone, con la nuova Coppa del Mondo aperta a 48 squadre partecipanti. Si sono succeduti incontri sempre più pressanti con l’intento di portare a una decisione condivisa da tutte le componenti, in modo da portare all’approvazione conclusiva della proposta nel prossimo Consiglio della FIFA, che si terrà all’inizio del 2017, quando sarà approvata la procedura di candidatura per il Mondiale 2026.

La proposta che emerge ha ricevuto il sostegno delle federazioni nazionali e consiste nel portare alla Coppa del Mondo 2026 a 48 squadre, suddivise in 16 gironi da tre squadre, e garantendo il passaggio del turno alle prime due classificate di ogni gruppo. In verità i dirigenti FIFA stanno esaminando con attenzione anche le possibili conseguenze, preoccupati poiché i gruppi da tre squadre aumenterebbero la prospettiva di ‘combine’, trovando un pareggio conveniente a due squadre a scapito della terza. La Fifa aveva cambiato le regole fissando che le ultime due partite di ogni gruppo fossero giocate simultaneamente a seguito di una polemica scoppiata nella Coppa del Mondo del 1982, quando la Germania e l’Austria pareggiarono nella loro ultima partita del gruppo, permettendo a entrambe le squadre di passare il turno a spese dell’Algeria.

La simultaneità della disputa non sarebbe possibile con tre squadre e allora si pensa di eliminare la possibilità che le gare finiscano in parità per ridurre la possibilità di ottenere risultati reciprocamente convenienti. La proposta sarebbe di far battere i calci di rigore nel caso una gara finisca in parità al termine dei tempi regolamentari. Le proposte finora avanzate hanno trovato un primo oppositore nell’ECA, l’associazione europea dei club che, si è schierata sul fronte del “no”, motivando la sua decisione con il numero di partite disputate in ogni stagione, che ha raggiunto unnumero inaccettabile e perché un Mondiale con 48 squadre in campo divise in 16 gironi da tre, significherebbe 368 giocatori coinvolti in più, tolti ai rispettivi club per almeno un mese. Una prospettiva che non piace per nulla all’ECA. Una sua ricerca ha dimostrato che il 76% dei calciatori impiegati in Brasile proveniva dai club europei, nonostante solo 13 delle 32 squadre fossero di quel continente.

Anche l’UEFA si è dichiarata scettica sull’allargamento a 48 delle nazioni qualificate per la fase finale della Coppa del Mondo. Ha motivato ciò richiamando alla mancanza di chiarezza nella proposta sul tappeto che, al momento, appare troppo generica e non consente una valutazione a tutto tondo delle implicazioni per le federazioni affiliate e, senza queste informazioni, l’UEFA non ritiene utile cambiare il progetto esistente.

Redazione

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