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Salim Diakitè, dall’intrigo di mercato per Palermo alla doppietta nei play-off

C’è un peso specifico importante dietro alla prima doppietta in carriera di Salim Diakitè. Due gol che regalano la semifinale play-off al Palermo, vittorioso al Barbera per 2-0 contro la Sampdoria con un protagonista inatteso. Come accaduto con il Sudtirol, il terzino francese è stato decisivo. Da esterno a goleador. 

Testa, cuore e carattere. Il manifesto di Diakitè che così aveva descritto il peso di indossare la maglia del Palermo dopo la vittoria di Bolzano. Stavolta è arrivata una doppietta, la prima in assoluto per un calciatore che in carriera – tolto il match con la Sampdoria – aveva siglato appena cinque reti tra i professionisti. 

 

Il ninja rosanero

Il primo gol sembra quasi un deja-vu, la copia di quanto accaduto sette giorni fa a Bolzano. Sviluppi di una calcio d’angolo, il pallone arriva sporco sui piedi di Diakitè che batte Stankovic. Il secondo, invece, è un inserimento da “ninja” (l’esterno esulta imitando la maschera delle spie giapponesi), concludendo un’azione da quinto a quinto. Così Diakitè ha conquistato il Barbera e i 32.730 spettatori sugli spalti, ma è soltanto l’apice di un semestre da inamovibile.

La lunga trattativa con la Ternana

Eppure il trasferimento di Diakitè a Palermo non è stato facile, uno degli intrighi di mercato dello scorso gennaio. Il francese, allora di proprietà della Ternana, è stato cercato a lungo dai rosanero che cercavano un rinforzo sulla corsia di destra. La volontà del ragazzo, deciso a trasferirsi in Sicilia, ha fatto la differenza, tanto da rifiutarsi di scendere in campo contro il Cittadella. 

“Lui oggi si è rifiutato di scendere in campo. Se prenderemo provvedimenti? Non lo so” aveva detto il direttore sportivo della Ternana, Stefano Capozucca. Da lì a poco, però, la trattativa si sblocca. Diakitè vola a Palermo a titolo definitivo e firma fino al 30 giugno 2028.

 

Inamovibile e decisivo

Diakitè debutta contro il Bari e da quel momento non esce più dal campo: inamovibile con Corini prima e Mignani poi. Quantità che adesso si è trasformata in qualità anche nel momento decisivo della stagione, quello che porterà una sola squadra in Serie A.

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