Categories: Interviste e Storie

Desiderato e rifiutato: dal Bologna al Saint-Etienne, lo strano viaggio di Mounier. Ma nessuno lo vuole…

‘Ok, bel colpo. Ma noi non lo vogliamo’. Così è deciso, parola dei tifosi. Per credere, domandare ad Anthony Mounier. Ultimo acquisto del Saint-Etienne, prelevato in prestito dal Bologna. Un bravo ragazzo, un esterno dal mancino fine. ‘Bene, allora qual è il problema?’. Ama il Lione, semplice. E ora giocherà per l’ASSE. Mica poco, insomma. Questione di … rivalità e fede. E sentite qua: “Mounier, i nostri colori non saranno mai i tuoi”. Recita così lo striscione affisso dai tifosi dei ‘Verts’ al centro sportivo di L’Etrat, quartier generale dei verdi. Della serie: accoglienze trionfali ne abbiamo?

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Perché con il tifo non si scherza. Guai. Così in Francia non l’hanno toccata piano. E di motivi ce ne sono eccome. Dal campo alle interviste, ed ecco cosa dichiarò Mounier nel 2015: “Il Saint-Etienne? Beh, non lo amo particolarmente. Da piccolo ho iniziato a giocare nel Lione, ed era vietato perdere contro Les Verts”. Non solo, di mezzo c’è anche il Nizza. Nel 2012 Anthony vestiva rossonero, un’altra occasione sbeffeggiare i vecchi nemici. Colpo di testa e sinistro: doppietta contro il Saint. E via a provocare la curva dei tifosi dell’ASSE. Mancino pericoloso, lingua pungente: dritto al punto Mounier. E campione di Francia col tanto amato OL. Nel mezzo anche una parentesi al Montpellier. Poi, qualche anno dopo, arriva il mercato. Il Bologna lo molla, serve una squadra. Dalla Loira chiamano, Mounier risponde. C’est la vie. Cambiando idea, alla faccia della fede.

Già, sfumature di calciomercato. E un caso simile fu quello di Neuer, quando passò dallo Schalke 04 al Bayern Monaco. Una trattativa serena tra le due società, ma travagliata per colpa delle rispettive tifoserie. Rivalità assoluta. E quando Manuel si presentò in Baviera, per lui l’accoglienza fu freddissima. ‘Nessuno lo vuole, questo qui’: lo Schckeria (frangia estremista dei bavaresi) bocciò il colpo. Prima la tradizione, poi il calciatore. Che nel 2001, per festeggiare una vittoria contro il Bayern, sventolò in faccia ai rivali la bandierina del calcio d’angolo. Da idolo di Gelsenkirchen a infiltrato dell’Allianz Arena. Incubo totale. Rinnegato prima, osteggiato poi. ‘Caro Manuel, vuoi giocare nel Bayern? Bene, allora lo fai alle nostre condizioni’. Prendere o lasciare, volere degli ultras bavaresi. E così il portierone firmò subito un codice di condotta. Del tipo? Così, con 5 semplici regole: Neuer non può lanciare la maglia ai propri tifosi. Non può baciarne lo stemma. Cantare l’inno? Pazzi, è vietato. Ma col tempo, miracoli e parate hanno sistemato le cose. E ora tra i due litiganti la storia è nota, amore reciproco. Aspettando anche quella di Mounier e il Saint-Etienne. Calciatore comprato, uomo rifiutato.

Redazione

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