Categories: Interviste e Storie

Deschamps: “Sbagliai a lasciare la Juventus dopo la B”

C’è grande attesa per la final four di Nations League, in programma questa settimana a Milano e Torino, dove sarà impegnata anche la Nazionale azzurra di Roberto Mancini, in campo domani contro la Spagna.

Belgio-Francia, l’altra super semifinale, è in programma giovedì 7 ottobre all’Allianz. Un ritorno speciale in Italia e a Torino per Didier Deschamps, visto il suo passato da giocatore e allenatore alla Juventus. Il CT della Francia ha rilasciato un’intervista a La Repubblica a due giorni dalla sfida contro il Belgio .

Deschamps: “La Juve mi è servita, che errore lasciarla dopo la B”

“Una parte di me è italiana – ha detto Deschamps -. Sei anni in una vita di un uomo sono pochi ma per un calciatore sono tantissimi: sono mezza carriera. Sono marchiato da quello che ho vissuto da voi. E sbagliai ad andare via dopo aver allenato la Juve in serie B”.

 “Da calciatore ho trovato a Torino tutto quello che volevo: l’esigenza del risultato, la cultura della vittoria, una società con ogni persona al posto giusto, dal massaggiatore al presidente, un ambiente familiare nonostante le ambizioni alte. Un’esperienza che mi è servita eccome, anche se oggi non faccio quello che facevo 20 anni fa e tutto quello che ho imparato l’ho dovuto adattare a alle mie caratteristiche”.

Euro2020

Il ct della Nazionale francese torna sulla parentesi di Euro2020, dopo l’eliminazione agli ottavi di finale ai calci di rigore contro la Svizzera. “Io sono l’unico responsabile di quello che è successo a Euro 2020. Mi sono assunto ogni responsabilità senza cercare né risposte né giustificazioni, che sarebbero subito diventate delle scuse”, spiega Deschamps.

Pogba e Mbappé

A livello di leadership Pogba è cresciuto – ha aggiunto -. È leader sul campo e anche a livello comunicativo, e lo era già in Russia: nello spogliatoio si esprime con le parole giuste ma anche con il giusto modo di dirle. Mbappé? Lui è stato subito grandissimo, suscitando attese talmente alte che sembra che non le mantenga mai. Però fa parte di quei pochi giocatori al mondo che non hanno bisogno degli altri, perché da solo può fare la differenza”.

A cura di Raffaele Caruso

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