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#derbydellalanterna, l’attesa è quasi finita. Tra numeri, esordi e ricordi: la lunga vigilia (insonne) di Genoa-Sampdoria

Da levante a ponente, passando per il centro di una città che ancora voglia di far festa, l’attesa è (quasi) finita. Venti ore, qualche minuto in meno. Poi le luci del Ferraris si accenderanno sulla partita più importante dell’anno, quella che può valere un’intera stagione: Genoa-Sampdoria. “Novanta minuti straordinari, a Genova poi sono tra i più sentiti del campionato, anche dal punto di vista numerico – pensieri e parole di Vincenzo Montella – bello arrivarci, bello viverlo”. L’obiettivo? Vincerlo. “Perché una vittoria nel derby dà serenità a tutto l’ambiente – la risposta del collega Gian Piero Gasperini – La classifica? Domani la posizione non conta nulla”. E se lo dice il Gasp, che di stracittadine sulla panchina rossoblù ne ha vissute ben nove, c’è da credergli. Un pareggio all’esordio e nell’ultima sfida firmata Falque-Eder, nel mezzo quattro sconfitte (tutte per 1-0, nel segno di Cassano quelle di febbraio 2008 e aprile 2010) e tre vittorie (due con Milito assoluto protagonista, l’ultima e per molti tifosi anche la più bella porta le firme di Milanetto, Rossi e Palladino). Per l’Aeroplanino (ex di giornata, la maglia ad aspettare il giovane Montella all’arrivo a Genova nel ’95 fu quella del Grifone, l’anno successivo il passaggio al Doria) l’esordio (in campo) è con doppietta: il bilancio nei derby (tutti con la Samp)? Due pareggi e una sconfitta. È caccia quindi alla prima vittoria in assoluto, tra campo e panchina, per l’allenatore blucerchiato.

Questione di numeri, ma non solo. Perché a scendere in campo domani all’ombra della Lanterna sarà anche e soprattutto il cuore degli oltre trentamila tifosi pronti a spingere Marassi verso il (quasi) tutto esaurito, regalando lo spettacolo al quale Genova ha ormai abituato. Quegli stessi tifosi che in questi minuti stanno cercando (invano) di chiudere occhio, svegliarsi il più tardi possibile e ridurre così al minimo l’attesa che li separa dal fischio d’inizio. Tra pronostici, cabale e gli immancabili sfottò: la parte più bella di una sfida lunga settant’anni. Come finirà? “Chi sarà più lucido avrà più possibilità di portare a casa la vittoria” apre Montella. “È una gara che sfugge a ogni pronostico” chiude il Gasp. E allora? Tutti a nanna (per chi ci riesce), e domani parola al campo. Quello del Ferraris, che accenderà le sue luci sull’ennesimo Derby della Lanterna. Che a pensarci bene quasi quasi è meglio aspettare a dormire, e godersela ancora un po’ quest’attesa: che è vero toglie il sonno, ma emoziona e regala sensazioni che solo chi è cresciuto a pesto e focaccia può capire. Buona notte (insonne) allora, e buon derby.

Marco Bovicelli

Nato a Genova il 26 novembre del 1979, mi laureo nell'Università della mia città in Scienze della Formazione. Inizio a raccontare di pallone nel 2012 nella trasmissione "Goal Sera", sull'emittente ligure Telenord (anche se leggende metropolitane mi vogliono, microfono in mano davanti alla tv, a fare telecronache già all'età di cinque anni). Ho collaborato in qualità di redattore con fantagazzetta.it e ilpubblicista.it (testata online e cartacea con la quale lavoro tuttora). Giornalista pubblicista dal 2014, metto parole ed emozioni su Gianlucadimarzio.com dal novembre del 2013, per il quale ho iniziato seguendo quotidianamente la Sampdoria oltre a Genoa, Savona ed Entella. Sempre in viaggio, nella mia borsa non possono mancare penna, tablet e un buon libro.

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