“Andrej, facciamo così: se mi porti a vedere la tua Dinamo domani, prometto che farò lo stesso io
con il mio Potenza, costi quel che costi!”.
Alla vigilia dell’attesissimo Eternul Derby dello scorso 11 novembre tra Dinamo e Steaua
Bucarest, Vittorio Rasola – studente Erasmus in Romania – avrà forse pensato che sbilanciarsi in
promesse dal sapore elettorale con il suo nuovo amico Andrej, non avrebbe creato poi così tanti
problemi: “Mi creda – si confida durante il nostro incontro – ero sicuro che alla vigilia di un derby
tanto sentito qui a Bucarest, non si trovassero più i biglietti, come accade anche a Potenza in
occasione del nostro derby con il Matera: i tagliandi finiscono quasi sempre una settimana prima,
e invece..”.
“Pronto, Vittorio? Guarda che ce l’ho fatta, quasi non ci credo: ho trovato due biglietti per la partita
di domani, e anche in curva! Domani Bucarest e la settimana prossima..Potenza!”.
Una telefonata più agghiacciante di un ice bucket per Vittorio, il quale confessa di essere rimasto
più di qualche secondo come un boxeur all’angolo, intontito e con la cornetta in mano: “Una
doccia freddissima, davvero! – ride di gusto Vittorio. Avevo fatto lo ‘spaccone’ con Andrej e ora
non potevo certo rimangiarmi la la parola data, era una questione di onore!”.
La National Arena di
Bucarest si apriva maestosa all’orizzonte per i due amici che, pur camminando insieme lungo la
Bulevardul Pierre de Coubertin, vivevano sentimenti contrastanti: “Non volevo farlo notare ad
Andrej, così entusiasta per il clima derby, ma avevo la testa altrove, pensavo solo a come riuscire a
mantenere la promessa: ragionavo soprattutto su come mi sarei giustificato con i miei genitori, in
primis, con la mia ragazza e gli amici in seguito”.
Da appena due mesi a Bucarest per completare gli studi in economia, Vittorio ora doveva pensare
a come farne realmente di ‘economia’, per garantire la trasferta italiana all’amico Andrej.
“Ho il brutto vizio – continua ridendo Vittorio – di promettere troppe cose. Prima di partire per la
Romania, avevo rasserenato i miei genitori: non mi sarei fatto venire nessun grillo per la testa,
nessuna sortita a Potenza prima delle vacanze di Natale.
Ricordo l’espressione perplessa –
sopracciglio alla Ancelotti – di mio padre che conosceva bene quanto mi sarebbe costato perdere
il derby tra Potenza e Matera del 17 novembre ma… promisi ugualmente!”.
La curva della Dinamo infuocata, una coreografia mozzafiato, i cori da brividi: i sentimenti d’ansia
e preoccupazione che prima di entrare assalivano Vittorio, ora, tra i tifosi festanti, si erano
completamente convertiti.
Estraneo a quella gente, chiudendo gli occhi, Vittorio si proiettò per un
secondo nella sua di curva, la ‘Ovest’ del Viviani di Potenza.
“Ero lì, come uno di loro, a cantare abbracciato ad un Andrej in lacrime per l’emozione di trovarsi
lì, a tifare per i propri beniamini.
In quel momento mi è stato subito chiaro cosa avrei dovuto fare”.
Alla fine dei 90 minuti, è 1-1 tra Dinamo e Steaua.
La festa fuori lo stadio National Arena dei
sostenitori biancorossi (incredibile per un Italiano come Vittorio) somiglia a quella per una vittoria.
“È stato in quei momenti di euforia – anche un po’ anomali per un pareggio – che ho preso il
telefono e… fatto! Presi 2 biglietti aerei per me ed Andrej, direzione Potenza.
Avevo provato sulla
mia pelle l’effetto straordinario di quel derby ‘straniero’ a Bucarest e non potevo negarne un altro,
Potenza-Matera, ad Andrej.
Poi, vero è – a stento trattiene le risate – che io, per mantenere questa
promessa, mi sia ‘giocato’ quasi un mese di ‘alimenti’ per vivere qui a Bucarest… non fa nulla!”.
Insieme ad Andrej, sabato sera Vittorio vivrà quello che scherzosamente definisce “Il derby più
bello del mondo”, quello tra Potenza e Matera. E forse anche Andrej, cantando in Curva ovest al
Viviani, si sentirà un po’ a casa.
Di sicuro però Vittorio, dal canto suo, non dimenticherà tanto facilmente che ogni promessa è
debito, anzi… è derby!
A cura di Giovanni Caporale
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