Categories: Interviste e Storie

Che fine ha fatto Dele Alli?

Un giorno rimpiangerai il fatto di non essere arrivato al livello a cui potevi arrivare“. Era stato diretto José Mourinho con Dele Alli quando era sulla panchina del Tottenham. Proprio come è stato fatto con la Juventus, Amazon aveva realizzato una serie sulla stagione degli Spurs (quella della pandemia) e nella scena del faccia a faccia tra l’allenatore e il centrocampista inglese c’è tutta quella che è stata la carriera del classe 1996.

Come un’onda

Lo Special One, con un movimento delle mani, la descrive come un’onda: un continuo sali e scendi tra momenti di ecstasy e periodi bui. Aveva appena 19 anni quando ha portato l’MK Dons, squadra in cui è cresciuto, in Championship a suon di gol e assist: rispettivamente 16 e 11 in una sola stagione. Numeri da paura. Come qurlla che non ha avuto il Tottenham che in quel mercato estivo decise di sborsare 5 milioni di sterline per aggiudicarselo. Il salto di categoria avrebbe potuto spaventare chiunque. Non Dele.

Dal Crystal Palace…

Mauricio Pochettino gli da subito fiducia e lui si esalta: da trequartista, insieme a Eriksen e Son, gioca come fosse un veterano in Premier League arrivando subito in doppia cifra alla prima apparizione assoluta nel massimo campionato inglese. La squadra del nord di Londra torna in Champions League dopo 5 anni anche grazie alla qualità e alla quantità in mezzo campo del ragazzino di Milton Keynes. E se in molti si sono illusi che potesse essere un predestinato devono dare la colpa (anche) al golazo segnato contro il Crystal Palace quell’anno: un piacere per gli occhi. Vedere per credere.

https://twitter.com/LastWordOnSpurs/status/1352892716640858113?ref_src=twsrc%5Etfw

(A quasi il tetto d’Europa e del mondo)

Viene premiato come miglior giovane della stagione dalla PFA. E siamo solo all’inizio. La storia con gli Spurs sembra una favola. Nel 2016/17 segna 18 reti in campionato e quel premio lo riceve di nuovo. Che giocatore. Prende parte alla spedizione russa con Southgate: quella generazione aveva fatto sognare ad occhi aperti gli inglesi, arrivati ad un passo dalla finale mondiale ne 2018. Agli Europei della scorsa estate, però, non c’era. Ma torniamo a noi. Dele raggiunge il picco del suo viaggio, probabilmente, nella semifinale di Champions League contro l’Ajax nel 2019: sotto di due reti, la squadra di Pochettino ne segna tre, o meglio, Lucas Moura ne fa tre: l’ultimo al 96′ proprio su un assist delizioso (e tutt’altro che scontato) del giovane inglese. Il Tottenham è all’ultimo atto della competizione per la prima volta nella sua storia. Con il Liverpool, purtroppo, non andrà bene.

https://twitter.com/SkySport/status/1258774550520705024?ref_src=twsrc%5Etfw

E come aveva detto Mou, una volta arrivato al top, è diventato tutto un su e giù di prestazioni altalenanti. Dopo l’esonero di Pochettino, in realtà, comincia bene sotto la gestione dell’allenatore portoghese ma nella stagione post pandemia non riesce a segnare nemmeno un gol in Premier League. Una sorpresa, in negativo, se si considerano le statistiche fino a quel momento lo avevano contraddistino. Motivo per il quale poi non farà parte della “seconda generazione” di fenomeni inglesi che ha solo sfiorato la vittoria degli Europei. Di quel giovane spensierato è rimasto veramente poco

Le voci di una sua partenza si fanno sempre più forti e anche con l’arrivo di Nuno Espirito Santo la situazione non cambia: parte titolare e benissimo, come il resto dei compagni, per poi perdersi fino all’arrivo di Antonio Conte. L’allenatore italiano gli fa giocare solo una partita: la disfatta di Conference League contro il NS Mura. Di male in peggio.

Al Crystal Palace… Con la cura Conte?

Ma sembra esserci una speranza. Nell’ultima gara di campionato contro il Liverpool è titolare di centrocampo nel classico 3-5-2 di Conte dopo due settimane di stop causa Covid. Arriva un punto contro la prima della classifica, insperato, e Dele riceve i complimenti dell’ex Inter: “Ha giocato un buon match, è molto forte fisicamente, ha una buona tecnica ma soprattutto ha il tempo giusto negli inserimenti verso la porta ma dipenderà da lui. Voglio vedere il desiderio e la voglia di giocare durante gli allenamenti“. Che sia un nuovo inizio per Dele? Solo il tempo ci darà una risposta, magari se ne andrà per davvero. Ma di centrocampisti con il vizio dell’inserimento (e del gol) Conte ne ha creati tanti. Vedi Vidal, Marchisio e Barella. E domani, nel Boxing Day, ci sarà da affrontare il Crystal Palace, un avversario non casuale… Vi ricorda qualcosa?

Andrea Molinari

Nato a Verona nel 1998, il mio primo ricordo vivido legato al calcio è Shevchenko che sbaglia un rigore contro il Bayern Monaco. Grazie a lui (e anche a Kakà) da piccolo mi sono innamorato del pallone. Ma lui non lo sa. Sì, perchè ho giocato anche, purtroppo senza risultati. Nato attaccante, sono finito a fare il terzino: di solito succede a quelli con i piedi quadrati. Oggi provo a dimostrare questo amore scrivendo.

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