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Del Piero: “La Juve gioca per vincere la Champions, CR7 sarà contagioso con la sua mentalità”

12 settembre 1993: esattamente 25 anni
fa Alex Del Piero debuttò con la maglia della Juventus,
collezionando la prima di 705 presenze in bianconero. L’inizio di una
fantastica storia, che ha portato poi questo straordinario campione a
vincere tutto con questa maglia e ad arrivare anche sul tetto del
mondo con la Nazionale nel 2006. Dieci anni prima, invece, diventò
campione d’Europa con la Juventus:

“Quella
del 1996 fu una stagione di vera esaltazione, è diverso rispetto al
Mondiale dove tutto è concentrato in un mese e vivi in una specie di
bolla – ha dichiarato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport –
La Champions è una strada lunga e quell’anno la percorremmo
disintegrando ogni ostacolo.
Sul piano personale fu l’anno della
mia affermazione. Per il popolo juventino, del quale facevo e faccio
parte da tifoso, fu l’anno del riscatto: finalmente i più forti in
Europa eravamo noi.

Se
la Juve può ripetersi quest’anno? Vedo ancora favorito il Real
Madrid,
anche se ha perso Ronaldo. Seconda fila con Juve, City e PSG.
Terza fila: Barcellona, Bayern e Liverpool. La Juve gioca per vincere,
la non ci sono mezze misure. La Roma punta in alto perché ha
dimostrato di avere la mentalità giusta per diventare una sorta di
Liverpool italiano, ovvero una squadra che sa esaltarsi nelle notti
europee. Napoli e Inter giocano per mettersi alla prova: vediamo a
che livello siamo.

Quali
sono gli obiettivi plausibili di Juve, Napoli, Roma e Inter? Mi
auguro riescano a passare tutte il turno, ma se qualcuno dovesse
andare in Europa League spero la affronti con la giusta mentalità.

Il
Napoli ha il girone più duro delle quattro. Ancelotti è un numero
uno in Europa, porta tantissimo in termini di mentalità e
consapevolezza. Ma sarebbe ingeneroso attribuire a Sarri le
responsabilità della differenza di rendimento tra Italia ed Europa.
Fa parte di un percorso, ora Carlo deve gestire una nuova fase di
crescita, cercando di valorizzare tutto l’organico per non arrivare
senza benzina nei momenti chiave della Champions”.

Poi
Del Piero parla dei grandi campioni che si sfideranno in Europa: “Messi e Ronaldo daranno ancora tantissimo, soprattutto in Champions.
Sono molto curioso di vedere Mbappè. Anche se credo che tutti ci
stiamo dimenticando troppo in fretta di Dybala. Gli allenatori? Non
riesco a vedere il sistema di gioco come un fine: è un mezzo. In
genere, mi affascinano gli allenatori che sanno cambiare, che si
inventano una genialata che segna una stagione (la posizione di
Casemiro nel Real, la Juve con quattro attaccanti di Allegri, per
esempio). Ma anche Guardiola ha saputo fare evolvere il suo gioco,
non è un integralista. Anche per questi confronti, la Champions sarà
esaltante”.

E
su un ipotetico Juve-PSG con Buffon in campo: “Quando andai via dalla Juventus, avevo
la possibilità di giocare nel Celtic Glasgow. Rifiutai quella e
altre proposte perché avevo già deciso di lasciare l’Europa. Ma
quell’anno Juve e Celtic si affrontarono agli ottavi. Pensai: “Meno
male che non ci sono andato”. Dunque se capiterà a Gigi, saranno
fatti suoi! A parte gli scherzi, lo seguirò con affetto, ma se ci
sarà Juve-Psg gli tiferò contro
…”.

Ma
quale apporto potrà dare Ronaldo alla Juve: “È un campione
straordinario e ha la mentalità che hanno solo i grandi dello sport.
Saprà renderla contagiosa. All’inizio non ci ho creduto. Pensavo
fosse una bufala. La Juve ne aveva bisogno, anche per crescere in
tutto il mondo. Partner ideale? Quando la squadra avrà trovato
maggiore solidità, credo che Allegri oserà con una formazione
spregiudicata, come due stagioni fa. Io continuo a dire che un
giocatore come Dybala non può che diventare fondamentale.
L’intervista a CR7? Devo dire che quello che mi ha coinvolto di più
l’ha detto in onda: le considerazioni sulla mentalità vincente,
sulla maniacalità nella preparazione e nell’allenamento, sulla
capacità di porsi sempre nuovi obiettivi e di autogenerare
motivazioni straordinarie. In quelle parole, in cui sinceramente mi
sono ritrovato, c’è l’essenza dello sport. E spiegano perché i
campioni hanno qualcosa di più”.

L’intervista
integrale sulle pagine della Gazzetta dello Sport.

Redazione

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