De Siervo -IMAGO
Le parole di Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, ai microfoni di Cronache di Spogliatoio
“Non andiamo in Australia per soldi“. Luigi De Siervo, amministratore della Lega Serie A, è intervenuto ai microfoni di Cronache di Spogliatoio per chiarire i motivi per cui la Lega pensa che giocare Milan-Como si Australia possa essere fruttifero per lo sviluppo del calcio italiano: “Se chiedi a un atleta se vuole fare 20 ore di aereo per giocare una partita di calcio del proprio campionato, dirà evidentemente che è una follia. Se lo chiedi a un allenatore che si gioca lo Scudetto o l’accesso in Champions League, anche lui proverà a resistere. Se lo chiedi alla gente, nessuno vuole rinunciare alla possibilità di andare allo stadio. Però qui si tratta di capire se vogliamo l’uovo oggi o la gallina domani. Chi sviluppa una property sportiva ha l’obbligo di pensare a 5-10 anni e dobbiamo fare né più né meno quello che hanno fatto da sempre le grandi leghe americane“.
In particolare, De Siervo ha paragonato la scelta ad altre decisioni del passato: “Prima partita dell’NBA all’estero: 1990, Tokyo. Cosa ha fatto l’NFL? Città del Messico, 100.000 persone nel 2005 per la partita. Questa è la strada che deve percorrere una grande Lega che pensa di dover inseguire il proprio pubblico. La passione non è soltanto dei tifosi che fanno un grande sacrificio rinunciando a una gara, ma si deve puntare all’obiettivo più grande. Se si vuole diventare una Lega internazionale si deve avere il coraggio di fare scelte impopolari che non partano dall’ascolto della pancia dei tifosi o dei giocatori che hanno un interesse a piccolo o medio termine“.
L’amministratore delegato della Lega Serie A ha parlato anche delle forti proteste per questa decisione, che in Spagna hanno portato all’annullamento di Villarreal-Barcellona a Miami: “Per disputare una partita all’estero servono, allo stato attuale, 7 autorizzazioni diverse. La Lega Serie A, in questo momento, all’interno di un percorso stabilito dalle regole attuali, ha raggiunto 5/7 delle autorizzazioni. Si sono dichiarate d’accordo le due squadre: il Milan e il Como. In Italia si sono dichiarate d’accordo 20 squadre su 20, non come in Spagna, in cui c’è stata una dinamica di contrapposizione interna. Qui tutti sono stati d’accordo, ha votato il Consiglio federale della FIGC e abbiamo ottenuto anche l’ok della confederazione europea, ovvero della UEFA. Abbiamo ottenuto anche l’ok della Federazione australiana e siamo in attesa del responso di quella che è la Confederazione asiatica, che dovrebbe esprimersi a giorni“.
Successivamente mancherà solo l’ultimo passaggio: “Dopodiché l’ultima autorizzazione necessaria è quella della FIFA di Gianni Infantino, che dovrà per ultima, in qualche modo, determinare la questione. Dal punto di vista tecnico, da un’analisi profonda, non esistono motivazioni per impedire lo svolgimento di questa gara, perché se si leggono con attenzione i risultati anche della sentenza della Superlega, evidentemente gli organismi del calcio, in particolare nel caso dell’Italia, la FIFA e la UEFA hanno una serie di diritti, ma anche di doveri, nel senso che non possono impedire che si svolgano determinati aspetti che non sono vietati. In questo senso questa partita, che oggi tutti vivono come un elemento di rottura rispetto al sistema, probabilmente tra cinque anni verrà vissuta come un pallido ricordo, perché questa cosa sarà stata sdoganata“.
L’amministratore delegato della Lega Serie A ha chiarito che la decisione di provare a giocare Milan-Como in Australia non nasce dal solo aspetto economico: “Noi cercheremo di andare in Australia, ripeto se ci sarà
concesso, solo perché lì esiste una comunità di persone che non ha meno dignità dei tifosi della Curva Sud di vedere il Milan, anzi più la relazione è a distanza e più deve essere coltivata, e quindi il Milan, che peraltro è una squadra che ha giocato già due volte a Perth, sia nell’estate appena conclusa che in quella precedente ed è da lì che è nata questa opportunità, e che ci ha condotto in West Australia con questa chance“.
De Siervo ha svelato che l’opportunità poteva essere estesa anche all’Inter: “L’offerta arriva non soltanto per il Milan, ma anche per l’Inter, cogliendo quello che per loro poteva essere un’opportunità, ovvero la chiusura di San Siro, e hanno pensato di ospitare entrambe le squadre meneghine. Ma l’Inter, per motivi organizzativi, questa opportunità l’ha declinata mentre il Milan l’ha accolta con entusiasmo, invitandoci ad approfondirla“.
Luigi De Siervo ha parlato anche dei motivi che hanno portato la Lega Serie A a scegliere proprio l’Australia per disputare una partita all’estero: “È stata più concreta, perché è stata capace di fare un’offerta di una certa consistenza e soprattutto in un contesto in cui i club erano d’accordo. Quindi come vi ho spiegato questa cosa nasce da un’idea del Milan che però noi abbiamo assolutamente assecondato perché rispondeva a una scelta strategica“.
Riguardo all’Arabia Saudita, invece: “Come sapete siamo arrivati prima degli altri nel 2019, anche lì tra tante critiche. Oggi questa cosa riletta a distanza fa sorridere perché tutte le competizioni si stanno sbattendo per essere invitati lì, tanto più per quegli importi. Ma anche lì noi esistiamo e continuiamo ad avere un prodotto che è seguito anche e soprattutto perché siamo capaci di portare delle gare ufficiali con i nostri campioni per un certo periodo: con il nuovo format si riescono a tenere le squadre lì per 5-6 giorni“.
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