Una parata di stelle pronta a fare il suo ingresso all’Etihad Stadium, il teatro che stasera deciderà la prima nuova finalista della Champions League: Manchester City o Paris Saint-Germain. Storie, valori, strategie e volti si alterneranno per 90 minuti (o forse più), due squadre trainate da condottieri diversi, in panchina e in campo. Sarà Guardiola contro Pochettino, certo, ma anche e soprattutto Kevin De Bruyne contro Neymar. Da una parte il fiore ormai sbocciato e pronto a fare la voce grossa anche fuori dall’Inghilterra, dall’altra il Messia arrivato a Parigi quattro anni fa senza essere mai riuscito a regalare la vittoria più dolce, quella della Champions, appunto.
Gli equilibri, ovviamente sottili, li ha sconvolti proprio il belga una settimana fa, sempre più trascinatore della squadra di Pep: nelle ultime 8 gare europee, De Bruyne ha saputo mettere insieme 4 assist per i compagni e 5 gol. L’ultimo è servito a beffare Navas e prendersi il pari per rimettere in piedi la partita.
L’azione più importante, però, arriva qualche minuto più tardi, quando lascia a Mahrez la punizione decisiva che regala al City maggiori speranze di qualificazione. A mettersi fra i sogni e la realtà inglese ci sarà il brasiliano del Paris, con la 10 sulle spalle e voglia di rivalsa. È stato il primo a suonare la carica dopo la sconfitta di sette giorni fa: “Abbiamo perso una battaglia, la guerra continua. Possiamo essere migliori di quello che siamo stati” le sue parole al fischio finale.
Due mondi opposti, due modi diversi di fare calcio per raggiungere lo stesso obiettivo: l’eccellenza. De Bruyne e Neymar agiranno nella stessa zona di campo questa sera e si metteranno al servizio dei compagni, figli di una trasformazione lenta ma continua nelle ultime stagioni. Il belga ha dovuto rivedere il concetto di “centrocampista” con l’arrivo di Pep qualche anno fa. Segna come un trequartista e difende come un mediano.
E nel City “senza punte” visto tante volte nelle ultime settimane è lui la prima bocca di fuoco contro le difese avversarie. Neymar, invece, ora ha smesso i panni del bad boy del barrio, quelli vestiti qualche anno fa in Liga: fa il leader silenzioso, ha arretrato la sua zona d’azione e soprattutto si intende a meraviglia con il gemello d’attacco Mbappé.
Non solo gol, dunque. Anzi, entrambi sono già in doppia cifra negli assist, 10 per il brasiliano, addirittura 17 per il belga. L’uomo dei sogni di Manchester: nel 2015/16 seppe buttare fuori quasi da solo il Psg guidato da Ibrahimovic e Cavani con due gol decisivi tra l’andata al Parco dei Principi e il ritorno in Inghilterra.
Come si fa gol in una semifinale di Champions lo sa però bene anche Neymar: nel 2014/15 fu il brasiliano ad abbattere i colossi del Bayern Monaco tra andata e ritorno, trascinando il Barcellona in finale (contro la Juventus) e prendendosi il trofeo. Da vendicare per Ney, c’è anche quella notte di Kazan di tre anni fa: il gol di De Bruyne lancia il Belgio in semifinale del Mondiale alle spese del suo Brasile. La notte di rivalsa passa dall’Etihad, ma il capitano De Bruyne è pronto a prendersi la sua finale.
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